Lo chiamano “longevo”, lo chiamerei “morto”.
Sant’Arcangelo dei Teatri edizione 43 (il prossimo anno festeggeremo i gatti) con al centro la piazza Ganganelli. La solita storia anche quest’anno?
Non so. Non ci vado da qualche tempo, da quando ho cominciato a vedere i soliti nomi ripetersi per alcune volte e persone che mi incontravano in sede neutra e quasi mi baciavano in bocca che una volta a Sant’Arcangelo mi toglievano il saluto.
E’ il potere della kultura in Emilia Romagna, ce n’è tanta, ma è sempre la stessa e se sei fuori dal coro sei fottuto: così anche quest’anno Fanny & Alexander, Danio Manfredini, Silvio Castiglioni, il Teatro delle Albe, tanto perché si capisca chi comanda a tavola.
Poi altri nomi interessantissimi: François Chaignaud e la performer Lotte van den Berg con il coinvolgimento del pubblico e degli (si spera) ignari passanti.
Non vedo il nome dei Motus, né di un gruppo prodotto da Emilia Romagna Teatro o Accademia Perduta, la qual cosa mi preoccupa. Forse qualcosa sta cambiando nella terremotata tera dell’immobilità culturale?
Intanto sappiate, anche se lo sapete, che Santarcangelo di Romagna è a 15 minuti da Rimini, dove, se ancora qualcuno non lo sa, si mangia la piadina. E dato che si parla di novità?
Fino al 21 luglio.