Porno Mondo all’Orologio di Roma: quando il teatro si fa documentario

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Porno Mondodi Alessandro Paesano

Porno mondo si presenta come il primo documentario teatrale che va in scena con la complicità di due attrici e un attore resi rigorosamente anonimi dalla stessa mascherina che indossano i e le partecipanti dei porno casalinghi.
Il documentario non verte però sulla pornografia in generale, ma sulla quella di internet fatta di interazione, quella delle chat dove ci si rimorchia, dei siti di annunci per prestazioni sessuali anche a pagamento, e connessi forum che producono schede di valutazione di questa o quella donna, biologica o trans;  quella dei siti dove ci si esibisce in web-cam e si ricevono soldi virtuali e quella delle applicazioni per smartphone che, grazie al gps, ci dicono quante persone intorno a noi, ovunque noi ci troviamo, sono in cerca di qualcuno con cui fare sesso.

L’attore e le attrici anonime coinvolgono il pubblico in un gioco di provocazione e continuo cambio di registro. Del documentario si parla, se ne riferisce, lo si interpreta, lo si mette in scena, di volta in volta, con la retorica narrativa e drammaturgica da talk show televisivo, da programma-verità, dove le testimonianze che sono state raccolte vengono restituite nella loro verità, anche se re-interpretate, con glosse, commenti, mai giudicativi, sostenuti invece da una sottile ironia che basta a garantire una certa distanza da quel sesso raccontato e mostrato che non diventa mai pornografico, nemmeno quando ripropone certi lacerti video espliciti presi dalla rete.

La pornografia sta infatti nella gratuità della mostrazione, nell’ovvietà di qualcosa che viene fatto vedere senza un scopo che non sia quello del riprodurre un atto fisico che non ci dà alcuna conoscenza, che non crea alcuna vera narrazione.

Porno mondo invece inchioda il suo pubblico alla sua doppia responsabilità di spettatore e spettatrice, che a teatro costituiscono sempre una delle variabili della performance, e quella di cittadini e cittadine che vivono-nel-mondo magari usufruendo di quei servizi virtuali e interattivi o che magari li ignorano completamente.

Durante lo spettacolo si disaminano pratiche sessuali, diverse tipologie di perfomer del sesso, non tutte a pagamento, tracciando una mappa a macchia di leopardo sui desideri e le fantasie erotiche liminali codificati nell’immaginario erotico, etero e bisex, con qualche puntata nell’immaginario omosessuale maschile, che non viene trattato con la stessa curiosità o expertise.

Porno Mondo non analizza le conseguenze di questa mediazione sessuale tra uomini e donne, siano esse biologiche o trans. Nel documentario le donne sono viste e presentate come persone che offrono dei servizi a uso e consumo maschile. Porno Mondo Big

E se lo spettacolo ha ben presente alcuni comportamenti sessuali, poco compresi e spesso male interpretati, come la stimolazione anale maschile che non è di esclusivo appannaggio gay ma piace anche a molti uomini etero, che non oserebbero mai chiedere certe cose alle proprie mogli e compagne, Porno Mondo non affronta mai davvero lo sfruttamento del maschio nei confronti della donna, certo immaginario maschile che iperbolizza certo femminile, riscritto e deformato dal patriarcato, che ancora oggi informa e guida le nostre mappe concettuali, come d’altro canto non affronta mai davvero la prostituzione dal punto di vista dello sfruttamento che ha l’ha fatta definire dall’Onu come schiavitù del terzo millennio.

Nella sua strategia narrativa, insomma, Porno mondo, pur ponendosi al limine, è ancora all’interno di quella rappresentazione mediatica della quale, pure, analizza aspetti e idiosincrasie.

Questo limite è però anche la forza dello spettacolo perché il fatto di non affrontare i rapporti di potere e lo sfruttamento che sottendono la prostituzione femminile (quella maschile non viene affrontata) sdogana così certe pratiche e certi comportamenti sessuali che vengono restituiti alla loro normalità di pratiche fatte da esseri umani e non da pervertiti, senza falsi moralismi o pruderie da gossip e senza nemmeno un’apologetica della perversione con cui certi argomenti vengono di solito affrontati dai mass media.

Porno Mondo sa muoversi con precisione scientifica distinguendo e spiegando al pubblico più o meno informato che assiste allo spettacolo comportamenti e pratiche (durante le ricerche per lo spettacolo è stata consultata anche una psicologa) dove il punto di vista dello spettacolo rimane squisitamente drammaturgico: si analizzano i racconti di chi scrive nei forum e descrive l’incontro con quella trans o quella mistress, si vaglia la retorica sgrammaticata degli annunci o le modalità con le quali si restituiscono fantasie e desideri anche nella messaggistica coincisa delle applicazioni per cellulari, indagando sui rapporti tra rappresentazione e realtà, tra finzione e verosimiglianza, che sono uno dei nodi centrali di una società sempre più complessa e stratificata come la nostra, nella quale anche l’istinto sessuale è mediato da una retorica che risponde più alle esigenze narrative che a quelle dell’impellenza di un desiderio che per accendersi ha sempre più bisogno di una trama.

Porno Mondo  fa del cuore di questa indagine discorsiva e drammaturgica l’improvvisazione con cui attore e attrici portano in scena personaggi e situazioni, finzione e restituzione di interviste, finzione scenica e verità delle interazioni con la rete, senza compromettere mai quell’immedesimazione senza pericoli che da sempre costituisce uno dei maggiori appeal dei racconti in un luogo deputato come la sala cinematografica o il teatro. Un racconto nel quale possiamo vivere situazioni estreme senza rischiare davvero mai di pagarne le conseguenze che è poi la stessa funzione primaria del porno, quella di sostituire l’atto sessuale con la visione di un atto che è al contempo verità e finzione al quale assistiamo immedesimandoci in quei corpi altamente performanti spesso così dissimili dai nostri.

Uno spettacolo così impostato funziona solo grazie alla generosità e all’intelligenza teatrale di chi lo mette in scena che sa muoversi sul palco, e tra il pubblico, con la schiettezza di chi non giudica ma apprende e riporta.

Uno spettacolo riuscito, un vero documentario teatrale che, una volta tanto, mostra al pubblico gli strumenti del suo farsi, con divertimento e ironia.

Porno Mondo

scritto da Dario Aggioli e Katiuscia Magliarisi
diretto da Dario Aggioli
fino al 13 di Aprile 2014

 

Teatro dell’ Orologio
Via dè Filippini, 17/a
tel: 06 687 5550 | email: teatroorologio@gmail.com
biglietti: 10 euro, ridotto  8 euro   
orario: 21.30 dal martedì al sabato, la domenica ore 18.00

 

 

 

 

©alessandropaesano 2014
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