#Abbiamoletto “L’Uomo che cade” di Marino Buzzi ed è proprio una bella storia

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Leggiamo “L’Uomo che cade”, ultimo lavoro di Marino Buzzi, scrittore che vi avevamo presentato in occasione del bel romanzo “L’Ultima volta che ho avuto sedici anni”, dopo le sei settimane necessarie affinché la copia inviataci dall’editore, arrivasse a destinazione.

Marco, Federico e Sara sono i protagonisti della bella storia raccontata dall’autore che alla felicissima scrittura, in alcuni punti forse eccessivamente “semplificata” dal lavoro di editing, aggiunge una rara empatia e la capacità di raccontare storie che fanno tremare i polsi con la leggerezza con la quale vola un aquilone. Se l’inizio del libro è una rapida corsa verso l’ignoto che fa accapponare la pelle, tutta la prima parte non è nient’altro che il racconto puntuale, verosimile, veritiero della somma di egoismi di cui siamo fatti. Egoismi che non siamo capaci di placare nemmeno di fronte ad un lutto, ad una disgrazia, e che troppo spesso, soprattutto in queste occasioni, diventano la scusa per saldare conti e rancori. La seconda parte attinge alla parte illuminata che, nonostante sembri il contrario, gli esseri umani possiedono, e ci racconta di consapevolezze differenti, di una vita che ci prende a schiaffi per farci vedere ciò che siamo troppo ciechi per vedere (o troppo testardi per voler vedere) per arrivare ad un epilogo che nemmeno accenneremo per non togliervi il piacere.

Edito da Mursia (€ 16,00) “L’Uomo che cade”  è il quinto romanzo di Marino Buzzi, che continua a svolgere la sacra missione di libraio, ed è una bella storia, assai ben scritta, con lampi di umorismo inaspettati. Una bella storia ambientata nell’oggi che più oggi non si può e che, nonostante noi pensiamo il contrario, ci ricorda come sia la vita a guidarci e che per essere felici basterebbe semplicemente lasciarla scorrere.

 

 

 

 

(27 novembre 2016)

 

 

 

 

 

 

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