Abbiamo letto “Due secondi di Troppo” di Andrea Mauri #lettipervoi la potenza creativa della follia

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di E.T. #lettipervoi twitter@gaiaitaliacom #duesecondiditroppo

 

 

 

Ci arriva il libro in redazione e l’incipit parla di profumo: “Poison”. Veleno. E’ il profumo preferito della madre veggente del protagonista Antonello. Forse l’unico che ha usato. Le vicende del romanzo si svolgono tutte attorno al profumo e alla madre veggente. Antonello racconta, più che vivere. E forse raccontare è l’unico modo per vivere.

La madre veggente soffre di una feroce malattia degenerativa, di quelle che devastano. Antonello, suo figlio, “l’accudisce da anni in clinica” e l’aiuta a ricordare. In un tenerissimo gioco fatto di esperienze comuni madre e figlio si scannano, si ripercorrono, si percuotono, ripercuotono, perdonano, si parlano e si tacciono. Nonostante l’intimità di anni e la forzata, voluta?, convivenza obbligata, desiderata?, che li schiavizza, malattia implacabile, e chiude in una stanza di ospedale, continuano a volersi, amarsi, prendersi, lasciarsi, accusarsi, incapaci di una separazione tanto naturale quanto dolorosa.

Tra loro una parente ansiosa di ereditare le doti di veggente della protagonista ormai sul letto di morte – perché la vita non basta non saperla vivere, si vuole anche una supervita per conoscerne gli sviluppi futuri – e poi il medico Gabriele e l’infermiera “segaligna” protagonisti di una storia di morte che è più vita che malattia, anche più di molte vite sane: e non è forse la vita una malattia incurabile?

Il romanzo scorre che è un piacere e soltanto apparentemente pare, per brevissimi istanti, avvilupparsi su temi già trovati qualche pagina indietro, ma perché è il racconto di un’ossessione e Andrea Mauri in realtà finge di raccontare il già detto, ma lo sta approfondendo, scandagliando, sublimando, migliorando. Sta guarendo. Insieme al lettore preso per mano.

L’amore del protagonista per gli uomini è, intelligentemente e finalmente, così marginale da apparire, come in effetti sempre dovrebbe essere, naturale come mangiarsi i “diplomatici” della quale la protagonista si riempie bocca, vestito e unghie in un compleanno della disperazione che è un po’ quello di tutti. Solo che molti lo travestono da festa.

Andrea Mauri, redattore Rai nelle produzioni di Raiuno, Raitre e Rai Educazione è al suo terzo romanzo.

Prima di “Due secondi di Troppo”, frase che nel romanzo tratteggia il suo rapporto in divenire col medico Gabriele, ha pubblicato “Mickeymuse03” e “L’ebreo venuto dalla nebbia”. Ha vinto il premio nazionale Autori Italiani 2017, ricevuto una menzione di merito al premio Gustavo Pece 2017 ed è stato finalista al premio Quasimodo 2017.

“Due secondi di Troppo” è un libro che vi consigliamo per “ascoltarli, i ricordi”.

Edizioni Il Seme Bianco.

 

 

 




 

 

(7 agosto 2018)

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