Per cosa paghiamo il canone Rai per vedere il matrimonio della Marini in diretta?

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Valeria Marini Sposadi Ghita Gradita

La peculiare gestione, la personale idea di servizio pubblico dell’attuale direzione della RAI molto cara a Monti, come si è notato durante l’ultima campagna elettorale,  ha avuto il suo trionfo domenica quando hanno pensato bene di trasmettere in diretta il matrimonio di Valeria Marini.

Non so francamente cos’altro dire: Valeria Marini è un altro degli straordinari miracoli italiani, non sa cantare, non sa ballare, non è nemmeno bella, non sa recitare, non sa far nulla, ma è la diva delle dive. Sarà intelligente. E su questo non c’è probabilmente dubbio.

Da questo a trasmettere in diretta il suo matrimonio (a proposito c’è stata una bestemmia in diretta, sarà stata una di quelle dette dai milioni di abbonati per legge che pagano 113 euro all’anno per vedere la diretta del matrimonio di una privlegiata – Letta batti un colpo – che miracolosamente è entrata nella diretta?) ce ne dovrebbe passare, ma in Italia no.

Il denaro pubblico speso per la televisione di servizio – si è spiegato cosa si intende per televisione di  servizio? Forse si intende “a questi buzzurri incolti faccio ingoiare qualsiasi cosa”? Imparassero da La7, meno pomposa e senza canone e vedi i risultati – merita davvero di essere gettato dalla finestra per trasmettere il matrimonio della Marini con 16 paggi e Bertinotti?

Davvero, in parlamento, questa porcata, una qualche risposta dovrebbe averla.

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