Emilio Campanella, Inquietudini sul Montello

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Un Cinquecento Inquieto Coneglianodi Emilio Campanella

Come molti, direi quasi tutti, sanno il Montello è uno dei dolci colli del trevigiano dove si produce il Prosecco, quello della STRADA DEL VINO BIANCO, celebrato nel mondo intero.

Siamo attorno alla piccola e nota città di Conegliano altrettanto nota per i medesimi motivi, ma non solo. La località ora abbastanza sonnacchiosa ha trascorsi storici piuttosto importanti, fatti di tentativi di affrancarsi dalla subalternità della vicina Treviso, e quasi anche da quella della Repubblica Veneta, per uno scorcio di secolo di una cinquantina d’anni, fra il 1517 ed il 1568 in cui si agitarono e si incrociarono molti venti ideologici, letterari, artistici, religiosi, particolarmente contrastanti.

Di questo si occupa l’interessante mostra aperta a Palazzo Sarcinelli di Conegliano, appunto,  sino all’8 giugno prossimo. UN CINQUECENTO INQUIETO , Da Cima da Conegliano al rogo di Riccardo Perucolo. I curatori compongono un mosaico di stimoli e suggestioni, diciamo così, far la morte “gloriosa” di un pittore notissimo e celebratissimo e quella infamante di un “piccolo frescante” che può ringraziare la propria spaventosa condanna capitale che ce lo fa ricordare, piccolo martire del Tribunale di Sacra Inquisizione qui istituito da quel Monsignor  Giovanni della Casa che tutti conosciamo per il GALATEO, e del quale scopriamo un ben altro risvolto e responsabilità storica per i venti controriformistici che spazzarono queste colline in quegli anni.

Dunque Palazzo Sarcinelli ricorda l’oscuro eretico che lo decorò insieme con Francesco Beccaruzzi ed altri. Nelle sue sale vediamo molti volumi, prime edizioni ed esemplari importanti di opere letterarie dell’epoca, di grande rilievo. Fra questi le Rime di Gaspara Stampa, esponente di quel gruppo di poetesse “cortigiane” veneziane, il cui ruolo sociale la poneva in rapporto con determinanti personalità della politica. Non mancano, ovviamente GLI ASOLANI di Pietro Bembo.

I suggerimenti proposti dai curatori, naturalmente sono rappresentati anche da molte opere pittoriche in modo da aiutare iconograficamente a seguire un percorso non facile per il grosso pubblico. I nomi sono noti e vanno da Cima da Conegliano, ovviamente, ad Andrea Previtali, da “Francesco da Milano” quel Francesco Pagani da Figino,”responsabile” anche di importanti afreschi nella SCUOLA DEI BATTUTI, luogo partivolarmente suggestivo poco lontano dalla sede della mostra.

Un discorso a parte merita la possibilità di vedere cicli straordinari di incisioni, esposti nella loro integralità: LA PASSIONE DI CRISTO di Martin Schongauer, e VITA DI MARIA, LA GRANDE PASSIONE, LA PICCOLA PASSIONE, LA PICCOLA PASSIONE INCISA di Albrecht Durer, fra l’altro fogli di altissima qualità, e che aprono un chiaro riferimento relativo ad i rapporti fra l’arte veneta del tempo e quella nordica, tutti provenienti da Bassano del Grappa. Influenza che assorbì, insieme alle morbidezze cromatiche e le invenzioni spaziali ( come nella pala dell’altar maggiore sella parrocchiale di Susegana), Giovanni Antonio De’ Sacchis detto “il Pordenone” ed anche il suo epigono Pomponio Amalteo, frescante di grandissimo valore; Paris Bordon, Leandro Bassano,  Jacopo Negretti, “Palma il Veccchio”, il già citato Francesco Beccaruzzi sono nel novero.

Fra i volti ritratti delle personalità, anche quello del letterato ed umanista Sperone Speroni, dipinto da Tiziano, da Treviso.

La guida-catalogo è pubblicata da Marsilio.

 

 

 

 

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