Non è una nostra definizione quella di cultura eccentrica l’abbiamo presa dal programma Lesbiche Fuori Salone la proposta culturale di Associazione Lista Lesbica Italiana per il Roma Pride del ventennale, che si è aperta a Roma Sabato 31 maggio con una serata di programmazione di film e che prosegue fino a Sabato 7.
Molti gli eventi previsti: la visita guidata alla mostra di Frida Kahlo (domani, mercoledì 4 Giugno alle ore 17.30 e sabato 7 con due appuntamenti mattutini), l’interessantissima performance sull’identità e i generi mutanti Il re è nudo (venerdì 6 Giugno alle 18.30 alla Casa Internazionale delle Donne) in concomitanza della presentazione dell’omonimo libro sui Drag King, cui seguirà Sabato e Domenica un Workshop (ovviamente solo donne) e una performance di teatro danza e Tango (altro evento solo donne).
Per i dettagli sul programma potete consultare la pagina facebook.
Una proposta parallela (e non necessariamente in concorrenza) a quella del Pride Park che apre invece oggi al Circolo degli Artisti.
Per quanto riguarda il cinema lgbt Roma è una città atipica. Priva di un Festival ufficiale (ce ne sono a Bologna, Torino, Milano, Napoli e Palermo) dopo due edizioni di un festival dedicato nei lontani anni 90, voluto fortemente da Vanni Piccolo, allora Consigliere comunale per i diritti delle persone omosessuali e dopo tre edizioni (2010-2012) di Queering il festival di Armilla (che però pescava dai film del festival italiano più longevo il torinese da Sodoma a Hollywood) che l’anno scorso non si è fatto, ora sono le donne a provare ad articolare una proposta romana di cinema a tematica lesbica e si sono rivolte a Immaginaria ll Festival Internazionale del Cinema delle Donne, e questa scelta restituisce subito le differenze d’approccio culturale.
Immaginaria, che si svolge a Bologna, non è già un festival di cinema lesbico (non che ci sia niente di male naturalmente) ma prima di tutto un festival di film di donne, fatti da donne, per donne, film femministi e lesbici.
D’altronde nel percorso di liberazione femminile il lesbismo è sempre stato strumento politico che, al di là dello specifico omoerotico, ha dato voce al desiderio delle donne per le donne, un desiderio la cui affermazione è strumento della costruzione e del riconoscimento delle donne come soggetto politico, senza la presenza del maschile a sanzionare i diritti (il separatismo costituendo dunque un mezzo e mai un fine), come viene spiegato nello splendido, magnifico documentario Lesbiana Une Révolution Parallèle (Canada, 2012) di Myriam Fougére.
The Lala Road (Australia, 2012) di Laetitia Lamb, l’altro documentario in programmazione, offre un breve excursus nel mondo femminile cinese dove alcune giovani ragazze lesbiche rompono la tradizione che vede le donne sposarsi entro i 28 anni e diventare mamma entro i 35….
La séance di cortometraggi è stata piuttosto deludente nei temi affrontati.
Ci pare nella visione di questi film che le cineaste si stiano avvicinando al mainstream gay, caratterizzato da una forte componente erotica, con l’esaltazione del sesso e del nudo – Beside Her Usa, 2012 di Carrie Carnevale – dove qualcuna muore (come capita spessissimo anche ai film con ragazzi omosessuali) o dove il problema è la fedeltà e la facilità con cui si va a letto con altre donne – Sugar Cookie (Usa, 2012) di Jena Serbu –.l Segno distintivo che le nuove generazioni (Jena Serbu, presente in sala, è poco più che ventenne) hanno uno sguardo meno a largo raggio e più concentrato sul privato.
Meglio due cortometraggi che sono in realtà altro il primo un videoclip di sensibilizzazione per il matrimonio egualitario (She4me Love i Love) mentre Dream Date (Uk, 2012) di Adnromedra Godfry e Diana Juhr-DeBenedetti (e non Dream Dat come erroneamente riportato sul programma per un banale refuso) è una boutade icastica e divertente sul menage familiare di una coppia di donne il cui massimo sogno per il loro anniversario è poter dormire ininterrottamente per 7 ore in Hotel (hanno due bambini che sono a casa con il nonno e la nonna…).
La positività di questi corti è l’assertività di un omoerotismo che si radica nella società,che trova sempre modo di essere – Carretteras (messico, 2013) di Denisse Quintero – e non viene mai ostacolato ma sa anzi sorprendere per la facilità con cui trova modo di essere coltivato, ascoltato, rispettato.
La serata si è conclusa con la proiezione di Tru Love (Canada, 2013) di Kate Johnston e Shauna MacDonald, un film sorprendente nella sua dirompente carica emotiva anche se, a ben vedere, rientra sempre nel genere della bella storia d’amore suggellata dalla morte di una delle protagoniste. Un film che funziona grazie tanto alla felicità dei dialoghi quanto alla generosa empatia delle tre protagoniste: Shauna MacDonald, Kate Trotter e Christine Horn. Il film ha il pregio di mostrare lo scarto generazionale tra chi probabilmente (il film lo suggerisce senza dirlo esplicitamente) ha sfuggito il proprio lesbismo rifugiandosi nel matrimonio etero, e chi, pur avendo le possibilità per essere lesbica, non sa esserlo pienamente frenandosi nei sentimenti per motivi personali, una volta tanto non dovuti allo stigma.
La grandezza di questo film è il fatto di mostrare, com’è giusto che sia, le incognite delle relazioni amorose tra donne funzionare esattamente come quelle di qualunque altra storia d’amore senza che lo specifico lesbico che, pure, non va ignorato, prenda il sopravvento sull’etica dell’affettività di queste donne, diventando un’etichetta commerciale, come capita a tanti film gay.
Tru Love (c’è un gioco di parole tra il nome della protagonista Tru e l’omofonia con True, “vero”) ci ricorda che ci si ama in quanto donne e non in quanto lesbiche.
In questo i film di donne con donne e per donne confermano una sensibilità e una intelligenza che è rara nei film di maschietti per maschietti, terribilmente ristretti in un orizzonte gay.
La rassegna è stata seguita da un pubblico di festoso, attento, numerosissimo (Tru Love ha segnato il sold out, per i corti c’è gente che è rimasta fuori, ma ci avevano spostato di sala) principalmente di donne ma qualche presenza maschile. soprattutto al lungometraggio, c’era, dimostrando, come se ce ne fosse davvero bisogno, che la città di Roma è affamata di cultura e di film anche lgbt.
Ha visto bene dunque Lista Lesbica Italiana che, autonomamente, senza il sostegno alcuno degli Enti Locali (che hanno dato un mero patrocinio morale) ha inaugurato una settimana di eventi culturali per ribadire che c’è bisogno e necessità di una serie di appuntamenti che si articolano fuori e dentro la comunità lesbica e queer proponendo una narrazione di sé là dove solitamente non arriva, valicando dei confini invisibili eppure che sanno farsi sentire in favore di una cultura eccentrica, fuori dal centro di un pensiero mainstream e omologante.
(3 giugno 2014)
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