Padova presenta Vittorio Matteo Corcos fino al 14 dicembre a Palazzo Zabarella

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Vittorio Matteo Corcos - In lettura sul maredi Emilio Campanella

Vittorio Matteo Corcos dal 6 Settembre al 14 Dicembre a Palazzo Zabarella di Padova. Finalmente una mostra dedicata a Corcos, livornese che lavorò a Parigi, Londra, Firenze, insieme con i maggiori esponenti della pittura italiana, francese, e non solo, a cavallo fra Ottocento e Novecento.

Il titolo è CORCOS, I SOGNI DELLA BELLE EPOQUE, frase a chiave, siccome gioca elegantemente fra il nome del pittore, il titolo del quadro SOGNI, un particolare del quale si ritrova sulla copertina del bel catalogo Marsilio, e sui manifesti, il momento storico artistico in cui lavorò. Vi è effigiata Elena Vecchi , figlia dello scrittore Jack La Bolina (Augusto Vecchi), amico dell’artista. La ritroveremo tanto come MADDALENA, nella tela del 1896,  come al centro de LES DEUX COLOMBES, del 1897.

La manifestazione ha alle spalle due anni di preparazione e venti di studi; per arrivare a questo risultato, cui Palazzo Zabarella si preparava da tempo, è occorso superare una certa freddezza critica che ha accompagnato la carriera di Corcos, di pari passo con un successo mondano evidente nei ritratti esposti. Nella sua lunga vicenda artistica si riscontrano differenti fasi stilistiche ed influenze che poi lasceranno il posto ad uno stile precipuamente suo, non solo di ritrattista, non solo di pittore capace di scandagliare, all’occasione, il carattere del soggetto, ma anche colto intellettuale, giornalista di valore. Grande amico di De Nittis, secondo alcuni fu un po’ il continuatore di un certo modo di far pittura; entrò ben presto, ed in maniera trionfale, nella “factory” della Maison Goupil e fu presente a ben tre Salons dell’epoca.

La mostra si divide in sei sezioni, consta di 108 opere, di cui 101 del Livornese, fra cui 27 inediti e 18 che non venivano mostrate al pubblico da oltre trent’anni. L’artista, i luoghi, gli amici, prima sezione, presenta l’ambiente toscano e sono presenti due ritratti differenti ed interessantissimi di Giosuè Carducci, entrambi del 1892, oltre quello dell’editore Emilio Treves del 1907, dalla Collezione di Franco Maria Ricci (come dire, fra editori!); a Parigi, la pittura della vita moderna, dove fra la gamma dei soggetti compaiono anche impasti cromatici, modalità pittoriche d’ispirazione settecentesca, oltre al farsi strada di quella personale,  estrema cura del particolare, dei gioielli, delle stoffe: per tutti LUNE DE MIEL, acquerello su cartone del 1885.

Terza sezione:  In posa, Bambina, Giovinetta, Donna. Qui si riscontra l’inizio della creazione di un certo immaginario moderno della femminilità – si veda LE ISTITUTRICI AI CAMPI ELISI, del 1892, e per motivi completamente differenti PIERROT CON GATTO del del 1897, che prefigura, mome certi ritratti, quello che decenni dopo sarà il realismo magico degli anni trenta del novecento, alle cui soglie arriverà Corcos, ma anche la sua sfida aperta alla fotografia – Sogni, la sezione 4, in cui è presente il quadro già ampiamente citato, che dal 2010/11 in questo stesso palazzo per la mostra: DA CANOVA A MODIGLIANI, Il volto dell’Ottocento era presente; lo abbiamo poi ritrovato a Forlì alla mostra sul LIBERTY dei Musei di S.Domenico. La presenza dello stesso curatore, oltre ad altri ha un suo senso in questa coerente scelta.

LE TRE SORELLE del 1900/1905 il quadro che sottopongo all’attenzione, per l’impianto interessante ed il gioco quasi fotografico della rappresentazione delle tre figure vicine  e come in fotogrammi successivi, appunto. Di seguito, Il trionfo del ritratto mondano in cui si trovano nobildonne e fammes fatales una vicino all’altra e dove continua lo studio di quella costruzione di quella figura femminile aggressiva che porterà alla rappresentazione delle star cinematografiche fra le due guerre. La luce del mare (ultima sezione di cui cito: LA LETTURA SUL MARE , 1910 circa), ad ideale conclusione del cerchio. Anche qui una giovane pensosa che ci guarda, seduta su una seggiola azzurra da spiaggia, un libro aperto sulle ginocchia, è fra due ragazzi, uno disteso ed immerso nella lettura, l’altro, alla sua sinistra guarda “fuori campo”… hanno appena discusso delle cose lette? Lei, sicuramente, ha appena interrotto la lettura; accanto sullo sgabello pieghevole, una piletta di quella stessa collana Gallimard che abbiamo visto sulla panchina su cui è seduta Elena Vecchi.

E siamo tornati ai SOGNI dell’inizio. Pittura, cinema, fotografia in una precisa sintesi non scevra di suggestioni, evocazioni, sfaccettature, rifrazioni e rimandi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(9 settembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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