Genova, Frida Kahlo, Diego Rivera e Nic Muray: “Suggestioni Americane” di Emilio Campanella

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Diego Riveradi Emilio Campanella

Le trovate a Genova, a Palazzo Ducale sino all’otto Febbraio 2015, ve le procureranno Frida KahloDiego Rivera, ospiti degli Appartamenti del Doge e Nickolas Muray, con le sue magnifiche, epocali fotografie, nel Sottoporticato. Andando architettonicamente con ordine parlerò, per iniziare, di FRIDA KAHLO E DIEGO RIVERA, siccome l’esposizione curata da Helga Prigniz Poda si occupa di entrambe queste forti personalità.

Quello che colpisce percorrendo le sale e notando le sezioni in cui si suddivide la mostra è principalmente che si sono cercati di evitare il più possibile i clichés della biografia della pittrice, pur affrontandone i capitoli più drammatici, così come si coglie l’intenzione di porre l’accento sulle affinità elettive di due spiriti elevati; l’importantissima ampia parte conclusiva dell’esposizione è un’interessante galleria fotografica ( presente anche un emozionante filmato che vede Trotzkji, Frida e Diego nel loro giardino) che è anche cifra corrispondente di tutta la manifestazione così attenta ai fermenti artistici, culturali e politici del tempo e dei loro protagonisti. Fra le tante, anche immagini di Dora Maar e Fred Muray creano un legame con l’altra esposizione.

Tornando ai due pittori ed al loro sodalizio artistico sentimentale, si parte con la prima sala dedicata a Rivera ed il suo modo di guardare l’arte italiana, testimoniata da molti studi e disegni; questo suo sguardo classico influenzerà in una certa maniera gli impianti e le scelte cromatiche della sua pittura tendenzialmente epica. Diverso il discorso che concerne Frida, che filtra attraverso non solo il suo sguardo, ma il suo corpo, il suo volto, il mondo che la circonda, aldilà di un apparente narcisismo, certo presente, ma non fine a se stesso. Una donna che faceva di se stessa un’opera d’arte vivente, anche grazie al gusto dell’acconciatura, dell’abbigliamento in difesa delle radici etniche. Anche di lei, un’interessantissima serie di disegni che trattano  delle sue drammatiche vicende fisiche: incidenti, operazioni chirurgiche e tutto ciò che si sa anche troppo, e che qui, ribadisco, è affrontato senza compiacimenti morbosi come in altre occasioni. A conclusione, nella Cappella Dogale abiti ed acconciature nello stile di quelli che le erano appartenuti.

Dopo la libreria, si esce sulla loggia del piano nobile e si ripercorre a ritroso lo scalone, Ritrovatisi nel cortile maggiore, si esce ed oltre la facciata su Piazza Matteotti, si scende subito a destra, ed ancora a destra si entra nell’ingresso del Sottoporticato dove si può visitare: CELEBRITY PORTRAITS, NICKOLAS MURAY. Le due mostre hanno un biglietto cumulativo e sono entrambe notevoli.

Se la prima è precisa, coerente e ben contestualizzata, questa, al contrario manca di criterio, o se ne ha uno, è talmente misterioso da risultare difficilmente riconoscibile. Ordine cronologico? Tematico? Mah… Per fortuna le immagini sono talmente belle ed anche note da permettere un orientamento.

Sono rimasto colpito dalla messe di foto di danza degli anni venti e trenta, una piccola storia della Modern Dance Americana: Ted Shaun, Ruth St.Denis, Martha Graham, Doris Humphreys, solo per fare alcuni nomi; il cinema: Clara Bow, Lillian Gish, Douglas Fairbanks e Mery Pickford, Gloria Swanson, Myrna Loy,Jean Harlow, Carole Lombard, Greta Garbo, Joan Crowford, Marlène Dietrich, Charles Chaplin.

Poi le foto di moda, la pubblicità, il colore ed ad un certo punto: Marylin Monroe; il pannello informativo ci educe sul fatto che ci sarebbe stato in “love affair”, che ha portato ad una magnifica serie di servizi fotografici…BENE! Un altro, altrettanto pettegolo, introduce alla serie dedicata a Frida Kahlo e Diego Rivera…non si sa se i colori di Frida abbiano influenzato quelli di Muray od il contrario…una compenetrazione artistica…sembrerebbe di cogliere…fra pennelli e gelatine…perché no, dato il magnifico risultato, anche in questo caso! Di ben altro segno le immagini straordinarie di Claude Monet a Giverny nel 1926. A conclusione Elizabeth Taylor ragazzina nel 1948 e DONNA IN CELLA CHE GIOCA A SOLITARIO del 1950 c.a .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(17 dicembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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