Teatri di Vita, Jackie e le Altre: storia di vestiti, morti e potere raccontata da Andrea Adriatico #Inscena

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Teatri di Vita - Jackie Kennedy 00di Gaiaitalia.com

Jacqueline Kennedy rievoca la sua storia, il rapporto con John Kennedy, il tragico omicidio del Presidente seduto al suo fianco, le scappatelle del marito con Marilyn Monroe, i segreti del suo inconfondibile look, i vestiti e le acconciature… tutto questo nel fiume di parole scritto da Elfriede Jelinek, l’autrice austriaca premio Nobel per la letteratura.

A portare in scena “Jackie e le altre. Un altro pezzo dedicato a Elfriede Jelinek” è Andrea Adriatico, dal testo “Jackie” di Elfriede Jelinek, traduzione Luigi Reitani. Dopo il debutto al festival “Orizzonti” di Chiusi (Siena), l’estate scorsa, lo spettacolo viene presentato nell’ambito del Festival Focus Jelinek, al Teatro Rasi – Ravenna (via di Roma 39; info 0544.36239), venerdì 23 gennaio (ore 21) e a Teatri di Vita – Bologna (via Emilia Ponente 485; info 051.566330, www.teatridivita.it), da sabato 24 gennaio a domenica 1 febbraio (ore 21; domenica ore 17).

In scena, Anna Amadori, Olga Durano, Eva Robin’s e Selvaggia Tegon Giacoppo. Costumi di Angela Mele; suono e scene Andrea Barberini. Lo spettacolo è prodotto da Teatri di Vita, in collaborazione con Fondazione Orizzonti d’Arte; Festival Focus Jelinek; e il sostegno di Comune di Bologna – settore cultura; Regione Emilia Romagna – servizio cultura; Ministero per i beni e le attività culturali.

Domenica 25 gennaio, dopo lo spettacolo, è previsto un incontro con la compagnia.

“Jackie e le altre. Un altro pezzo dedicato a Elfriede Jelinek” è la seconda tappa del progetto che Andrea Adriatico dedica alla scrittrice austriaca, iniziato con “Delirio di una TRANS populista. Un pezzo dedicato a Elfriede Jelinek”, che si concluderà in febbraio con “Un pezzo per SPORT. Un’altra visione su Elfriede Jelinek”.

I personaggi di Elfriede Jelinek non sono altro che corpi che danno parole.
 Le loro parole cercano identità, non personificazioni. 
Jelinek congela la storia e procura una visione “mitica” dell’esistenza.
 Come con Jackie Kennedy Onassis, eroina e metafora del femminile contemporaneo. O con Jörg Haider, il leader austriaco preda di un delirio populista alla nazione. Il nostro raccontare il mito parte da qui, da queste parole, da uno sguardo tagliente sul mondo, deluso, scanzonato, eppure acuto, che sa di vita.
 Parte dalle nostre Jackie.
 E dalle altre… in una moltiplicazione, infinita: IO. LEI. L’ALTRA…

“Nelle opere di Elfriede Jelinek si trova una lettura a un tempo precisa e infuocata della Storia. Jackie, per esempio, riesce a tratteggiare la storia di un paese in profonda mutazione, gli Usa, e nello stesso tempo a ricostruire il personaggio con grande dovizia di particolari. Una dimensione più popolare e aneddotica convive con un’analisi stratificata, che ci riporta a un periodo storico cruciale per le sorti del pianeta” (Dall’intervista ad Andrea Adriatico tratta dal “Quaderno Jelinek).

 

 

 

La maestà si vede e non si vede.
Occorre un buon portamento del capo,
da imbrigliare e fissare in una foto,
come ostaggi di se stessi.
Come amanti di se stessi.

(Elfriede Jelinek, “Jackie”)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(17 gennaio 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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