Murano, il Vetro senza Vetro: Emilio Campanella c’era

Altra Cultura

Condividi

Murano 00di Emilio Campanella

In pompa magna, sabato 7 iebbraio, è stata presentata nella Sala del Consiglio di Palazzo da Mula, la riapertura del MUSEO DEL VETRO di Murano.

La manifestazione  porta un titolo importante, come importanti sono stati i molti discorsi, per fortuna stringati, delle personalità intervenute, tutte, però, direttamente coinvolte nel progetto: UNA GRANDE STORIA, IL VETRO DI MURANO. Inaugurato l’8 Febbraio, dal giorno successivo, Palazzo Giustinian è nuovamente a disposizione del pubblico.

Se si è ripensato il percorso museale, se ci sono buone idee ed ottime intuizioni, certo non risulta naturale il susseguirsi delle sale, se si vuole seguire un filo logico cronologico. Infatti,  la storia s’inizia al piano nobile, ma non è nel salone centrale, al quale si accede direttamente dalle scale, che dovremo fermarci, ma bensì portarci alla sua sinistra, in una stanzuccia dove sono “nascosti” i reperti più antichi: balsamari, fiale, paste vitree, vaghi di collana di epoca romana e precedente, in vetrinette illuminate dall’interno. In alto, in scansie scure , sotto luci radenti,  le olle cinerarie, in esposizione, un po’ come vasi da farmacia… sembra un bello stand da Salone dei Beni Culturali d’antan…Murano 01

Ritorniamo nel salone centrale, ch’è meglio. Infatti è qui l’idea migliore, intanto il grande respiro del salone più bello del piano, per i sontuosi vetri rinascimentali, ed il tocco di classe della Coppa Barovier esposta sola, ed in fondo alla sala, in linea, un magnifico vetro azzurro scuro di Lucio Fontana. E questa è la sala 2: Dal Trecento al Seicento. L’età dell’oro; la terza è dedicata al Settecento e la quarta all’invenzione del vetro làttimo e del vetro calcedonio fra  Sette ed Ottocento.

Nella sala cinque si tratta di vetro mosaico, millefiori, murrine e perle veneziane; “ecco vien la gran crisi…” dapontianamente citando, nella sala sei, fra il Settecento e metà Ottocento, il periodo più difficile, viene definito. Nella sala sette, la rinascita, dal 1850 al 1895, e nell’ottava si va dal 1900 al 1970. Qui la storia sarebbe conclusa, in certo modo, ma per fortuna no, siccome si ridiscende al piano terra e ci s’inoltra nella sala nove, parallela al chiostro dove ci si occupa di Vetro Contemporaneo.

Dietro front ed eccoci di nuovo all’ingresso da dove, però, ora andremo a destra, superando guardaroba e libreria, per giungere finalmente, è proprio il caso di dirlo, ai nuovi spazi espositivi frutto del restauro dei vecchi edifici delle Conterie, ne mancano ancora, ma si spera che qualcuno contribuisca economicamente per poter completare il progetto di riuso. Si arriva a LA LINEA DEL TEMPO in cui si fa un rapido e sintetico excursus relativo all’esperienza plurisecolare del vetro muranese. I pezzi sono esposti su supporti bianchi come l’ambiente, dalle linee sinuose, e senza vetri di protezione, e non è l’unica sala in cui si sia operata questa scelta che mi lascia molto perplesso…

Murano 02Vuol essere un’indicazione educativa nei confronti del rispetto per l’opera d’arte, ma a me sembra BAREBACKING MUSEALE, ma incrociamo le dita.

A conclusione, nello SPAZIO CONTERIE, la mostra personale del maestro muranese Luciano Vistosi (1931/2010) che propone un’ampia scelta di sculture esposte con grande gusto.

 

 

 

 

 

 

 

 

(10 febbraio 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2015 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

Pubblicità