di Emilio Campanella
A periodi, si torna a parlare di Alessandro Magnasco, pittore molto apprezzato che ha i suoi estimatori, noto, ma abbastanza speciale nella sua maniera unica di affrontare temi molto frequentati tanto prima che dopo di lui, ed anche molto nel suo tempo. La galleria Canesso di Parigi ha presentato una “piccola” esposizione nei suoi spazi eleganti di Rue Laffitte, ed ora la stessa mostra è a Genova, in tre sale del primo piano di Palazzo Bianco in un allestimento particolarmente azzeccato e ben illuminato dove le opere sono presentate appese a pareti giallo paglierino a creare un notevole contrasto con i toni e cupi e freddi, a seconda delle opere del Lissandrino, con i suoi tipici guizzi di luce così “moderni”.
La mostra parigina è rimasta aperta al pubblico fino al 31 gennaio scorso e quella genovese, aperta il 25 febbraio, si potrà visitare fino al 5 giugno prossimo.
L’ultima mostra importante che vidi dedicata ad Alessandro Magnasco, fu quella milanese di Palazzo Reale, nel 1996. L’attuale iniziativa intitolata: ALESSANDRO MAGNASCO (1667-1749), Gli anni della maturità di un pittore anticonformista, nasce dalla collaborazione della Galérie Canesso con i Musei di Strada Nuova, il Comune di Genova, l’Ambasciata d’Italia a Parigi. L’elegante catalogo è edito dalla Galérie Canesso stessa anche per l’edizione italiana.
Ventitre le opere scelte con grande cura, su temi precipui dell’artista ed ambientazioni che si trovano in molti pittori del periodo: la società, l’ambito ecclesiastico, vizi e virtù puntualmente rilevati, e qui sempre in paesaggi “sofferti”, in saloni cupi e fumosi; figure umane quasi sempre contorte e sinuosamente tratteggiate. Gli ambienti incombono sulle persone, nei “campi lunghi” di interni affollati di figure ed episodi. Le opere provengono da collezioni private, come dalla stessa Galleria Canesso, da musei, come da collezioni pubbliche come, ad esempio, il SEPPELLIMENTO DI UN FRATE TRAPPISTA, da Bassano, Museo Biblioteca Archivio, RIPOSO DI DIANA ( E DI SILENO ) FRA ROVINE ARCHITETTONICHE, entrambi da Genova, Banca CARIGE, IL FURTO SACRILEGO, quadro che definire inquietante è per lo meno limitativo, dal Museo Diocesano di Milano, Quadreria Arcivescovile, S.ANTONIO PREDICA AI PESCI, esposto solo a Genova, da Pisa, Museo Nazionale di Palazzo Reale, IL PITTOR PITOCCO FRA ZINGARI E VAGABONDI, dal Museo Giannettino Luxoro di Genova Nervi.
Tre tele sono di Palazzo Bianco ed il percorso si conclude con il notissimo TRATTENIMENTO IN UN GIARDINO DI ALBARO; l’ultima illustrazone del catalogo riporta un’ulteriore riproduzione del quadro con l’indicazione delle ville e degli edifici ancora esistenti e riconoscibili in città.
Sia detto, la mostra vale un viaggio a Genova, che offre anche molto altro.
(10 marzo 2016)
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