#Venezia73, “Piuma”: un bel film di Roan Johnson

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Venezia 73 - 05 Piumadal nostro inviato Emilio Campanella

 

 

 

 

 

 

 

LEGGERO COME UNA PIUMA? Non saprei, ma certo bisogna ammettere che il film di Roan Johnson, Piuma, appunto, presentato in concorso per Venezia 73, racconta una storia molto seria di diciottenni, spesso con umorismo, grazie ad una sceneggiatura che non manca di battute spiritose, anche in situazioni serissime, e questa è una delle qualità delle commedie ben costruite. E’ vero che certe risate omeriche che sono echeggiate in Sala Grande, alla seconda proiezione per la stampa, mi sembrano veramente sproporzionate, ma è quasi sempre così…

Cate (Blu Yoshimi) e Ferro (Luigi Fedele), maturandi, si trovano con una bimba in arrivo (che scelgono di chiamare Piuma, appunto), lo sapremo con loro dopo un’ecografia, e cercano di affrontare la situazione fra fughe, esitazioni, confessioni, con padri, madri, pseudo madri, un nonno, i compagni di studi tutti maturandi come loro. Non si parla di aborto, ed è una scelta, ma neppure è contemplata la contraccezione… MAI!  Non parliamo poi si sesso protetto… E che cos’é? Peraltro non si insegna educazione sessuale, per cui i risultati sono anche questi, comunque, giovanissimi, risultano spesso ben più maturi dei loro sciroccati genitori, tanto quelli borghesi di Ferro (Cescon, Pierattini), che quelli sottoproletari di Cate.

Una crisi “coniugale” più che comprensibile data l’età di Ferro costretto all’astinenza a causa della gravidanza a rischio di Cate, per cui hanno rinunciato alle vacanze in Marocco, porterà ad un confronto ed anche alla prefigurazione di una futura separazione, molto lucida da parte di entrambi… Sembrerebbe. Comunque la “scappatella” con l’amica di famiglia, “fisiatra torturatrice” del nonno, sfocerà in un’altra gravidanza… fortunatamente, di breve durata, per cause naturali.

Insomma Ferro è di quelli che semineranno figli a destra ed a manca ai quali consiglierei, generalmente, di farsi un nodo al pistolino! Fra i vari momenti di dubbio e smarrimento, non manca la decisione, fortunatamente abbandonata, dell’adozione. Tutti questi snodi, sono altrettanti episodi di gruppo, drammaturgicamente condotti con estrema vivacità ed equilibrio fra comicità e piccola tragedia quotidiana. Il film ha “tempi comici” ben sostenuti e caratterizzazioni godibili ed intelligenti.

 

 

 

 

 

(5 settembre 2016)

 

 

 

 

 

 

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