Il nuovo film di Cristina Comencini: “Qualcosa di nuovo”, ma c’è solo nel titolo!

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cristina-comencini-00di Alessandro Paesano  twitter@Ale_Paesano

 

 

 

 

 

 

 

Esce il 13 ottobre in 350 sale italiane Qualcosa di nuovo (Italia, 2016) di Cristina Comencini.

La pellicola ha una trama esile, che le deriva probabilmente da quella della commedia teatrale (La scena della stessa regista, da cui è tratta (la cui sceneggiatura è firmata dalla regista, da Cortellesi e da Giulia Calenda).
Il film non si impone certo per la felicità della trama e si fa guardare esclusivamente grazie a alla verve interpretativa di Paola Cortellesi, che interpreta, in maniera un po’ ingessata,  la cantante di jazz Lucia,   e soprattutto di Michaela Ramazzotti, che interpreta la amica e mamma Maria e le ruba spesso la scena.
L’incipit del film si distingue per l’eleganza della scrittura e della regia, e ci mostra attraverso una loro conversazione telefonica fatta a più riprese e in diverse città, dove Lucia è in tournèe, montata senza soluzione di continuità, i trascorsi e la personalità di entrambe.cristina-comencini-00-qualcosa-di-nuovo

Scopriamo così che Lucia, dopo la separazione dal marito, ha rinunciato all’amore e al sesso dedicandosi alla carriera e a Maria, salvandola dalle intemperanze dei suoi corteggiatori.
Separata anche lei, mamma e impiegata, Maria non ha smesso invece di cercare l’amore e intanto trova il sesso e per questo viene definita affettuosamente (sic!) mignotta da Lucia.
Purtroppo dopo questa prima scena che faceva ben sperare il film si siede appena compare il giovanissimo Luca interpretato da Eduardo Valdarnini che viene sedotto da Maria e seduce a sua volta Lucia.
cristina-comencini-01-qualcosa-di-nuovoL’equivoco sull’identità delle due donne – Lucia lascia credere a Luca di essere stata lei a rimorchiarlo in discoteca per “proteggere” Maria, alla quale non rimane suo malgrado che reggerle il gioco – viene tirata troppo per le lunghe, trasformando il film, che vuole essere la storia delle due protagoniste, in una commedia degli equivoci sessista e maschilista.
Lucia ci viene presentata come una donna rigida, inzitellita, solo per aver rinunciato alle relazioni sentimentali  a al sesso. Questa predilezione per la carriera  professionale a discapito della vita sentimentale non è vista come scelta legittima né consapevole ma è presentata come un ripiego di una donna provata dalla fine del suo matrimonio. Per il film (e le sue sceneggiatrici) evidentemente la carriera è una prerogativa maschile quando è la donna a sceglie la carriera umilia la sua natura. Ed ecco gettati nella spazzatura 40 di femminismo…
Le altre donne del film infatti sono tutte alla ricerca di un uomo che dia un senso alla loro vita come le colleghe di Maria la cui managerialità è superflua senza l’amore, naturalmente di un uomo, accanto e che non a caso malcelano l’invidia, oltre all’imbarazzo, quando vedono Maria in compagnia di Luca.

 

Anche l’attività sessuale viene considerata negativa per le donne (tanto da indicare Maria come una mignotta) nessuna però nel film pensa a indicare Luca come un …mignotto anche se va a letto con entrambe le amiche, per giunta a insaputa l’una dell’altra…

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Atroce infine il commento che fa Lucia, en passant, quando Luca le racconta la sua adolescenza con una madre single (il padre è sparito e la madre non si è mai risposata).
Una volta, quando Luca era ancora un bambino, un idraulico giunto in casa chiese dinanzi loro chi era l’uomo di casa. La madre di Luca rispose “qui l’unico uomo sono io”. Al racconto di Luca  Lucia invece di apprezzare la risposta arguta di una donna discriminata dal più becero dei maschilismi (una donna sola è priva dell’autorità che solo un maschio può avere) si compiace che Luca non sia cresciuto con gli orecchini e le scarpe col tacco a spillo.
Una battuta che da sola riesce a esprimere la più disgustosa delle omofobie il più disgustoso dei maschilismi.
Dato il titolo ci si aspettava a un film con una visione meno maschilista e sessista degli uomini e delle donne ma evidentemente l’Italia del 2016 ha questo da ammannire al suo pubblico cinematografico.

Dispiace dire questo di un film scritto e diretto da delle donne ma Qualcosa di Nuovo è la riprova che dal maschilismo italiota non sono esenti neanche alcune donne. Ci si perdonerà la sortita paternalistica perciò,  se raccomandiamo  caldamente a Comencini, Cortellesi e Calenda la lettura degli scritti di Carla Lonzi…

Qualcosa di nuovo ha il pregio di non scegliere mai la strada della volgarità ma i temi che affronta sono trattati in maniera davvero troppo superficiale anche per il registro poco verosimile della commedia.
Un film da vedere per apprezzare la recitazione delle protagoniste e per il breve nudo frontale (elegantemente fuori fuoco) di Eduardo Valdarnini.

 

 

 

 

 

(13 ottobre 2016)

 

 

 

 

 

 

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