A Venezia la mostra “Prima dell’Alfabeto” fino al 25 aprile. L’Arte vista da Emilio Campanella

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di Emilio Campanella

 

 

 

“Prima dell’Alfabeto” è il titolo della mostra che si potrà visitare a Venezia, a Palazzo Loredan, sino al 25 aprile prossimo. Il sottotitolo: Viaggio in Mesopotamia alle origini della scrittura.

Non è un caso che l’esposizione sia ospitata al piano nobile del palazzo, una delle sedi dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti (fondato da Napoleone) e in quelle sale che ospitano la biblioteca ottocentesca. La scelta non è casuale, siccome tutto ruota intorno alla scrittura ed i circa duecento pezzi, in buona parte della collezione che fu di Giancarlo Ligabue (socio dell’Istituto dal 1985) oltreché provenienti dai Musei Reali di Torino e dal Museo Archeologico Nazionale di Venezia, sono per la maggior parte molto piccoli, sigilli e tavolette, esposti in gruppi di vetrine al centro delle sale, con accuratissima illuminazione ed apporti multimediali sofisticati ed utilissimi. Un modo per fruire degli oggetti nella maniera migliore e di godere della bellezza degli ambienti.

La mostra ed il volume relativo portano il medesimo titolo di una pubblicazione degli anni ottanta del novecento dallo stesso tema, e di cui tutta questa manifestazione è emanazione ed opera di studiosi legati a quella esperienza. Edito da Giunti in collaborazione con la Fondazione Ligabue, è molto più di un catalogo per la ricchezza e l’approfondimento dei testi, la qualità delle immagini. Si prende in esame, sulle pagine, come nelle vetrine, un arco di tremila anni di storia. Sono i germi di quella che è diventata la nostra cultura, ed è affascinante, inquietante e doloroso insieme pensare che mentre noi osserviamo ed ammiriamo questi oggetti così lontani nel tempo, che ci comunicano informazioni preziosissime su epoche molto antiche, contemporaneamente, in paesi attualmente inaccessibili agli archeologi, qualcuno fa il possibile per distruggere testimonianze fondamentali del passato di tutti.

Mi sono sempre molto domandato quanto avessero diritto (nessuno!) gli europei: Inglesi, Francesi, Tedeschi, Italiani… di saccheggiare , scavare, razziare opere d’arte straordinarie, reperti favolosi dall’oriente, per farsene vanto nei loro musei, spesso creati appositamente, depauperandone le regioni che li avevano prodotti. Alla luce dei fatti odierni quelle azioni violente hanno portato ad un salvataggio, una conservazione di cose che sarebbero andate facilmente distrutte. Sappiamo di chi ha dato la vita per non rivelare nascondigli di reperti importantissimi. Nel bellissimo film Francofonia di Vladimir Sokurov, intorno al Louvre ed al rischio delle sue opere d’arte sotto il nazismo, c’è una scena attuale silenziosa, magnifica, in cui un signore si aggira per le sale dell’arte assira ed osserva i grandi leoni alati si ferma, affascinato dalla possanza, dalla bellezza. Quelli sono colossi salvati, oggi come oggi. Come lo è il bellissimo rilievo del Re Sargon II (Mosul) da Torino, che possiamo vedere sotto i nostri occhi, molto più piccolo, certo, ma non meno affascinante nella sua regale fierezza.

La terra fra i due fiumi ha visto millenni di avvicendamento di civiltà ed evoluzioni di scritture man mano trasformantisi, cosa che ha creato non pochi problemi di decifrazione, compiuta la quale, o le quali, i testi hanno cominciato a parlare e rivelare i loro segreti. Le sezioni della mostra prendono in esame vari temi ed argomenti facendo una panoramica ampia ed a modo suo capillare per dare un’idea dei vari argomenti trattati, siano essi ufficiali, sacrali, amministrativi, letterari, medici; molto spesso su supporti in argilla incisa o su piccoli sigilli cilindrici anche in pietre dure molto belle; accanto ad ognuno, lo sviluppo fotografico orizzontale dell’incisione, ed anche l’ingrandimento per poterne cogliere al meglio i particolari.

Il percorso si snoda in sei sale che corrispondono alle sezioni della mostra: 1, La Mesopotamia dove e quando,(sala introduttiva che fornisce informazioni generali storico geografiche). 2, Dal disegno al segno. Varietà di testi, segni, scritture; 3, Il lavoro dello sfragista (l’artigiano incisore, ndr.). I materiali dello sfragista e dello scriba. I sovrani e le loro gesta. 4, L’uomo e gli dèi della Mesopotamia. L’uomo comune: vita, prosperità , salute. La decifrazione delle scritture in Mesopotamia. 6, Fondazione Giancarlo Ligabue. E’, naturalmente, previsto un nutrito programma didattico per differenti ordini di scuole.

 

 

(25 gennaio 2017)

 





 

 

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