Rendez-Vous 2018: un film magnifico, finalmente “Jeune Femme”

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di Alessandro Paesano #rendezvous2018 twitter@gaiaitaliacom #Cinema

 

 

E poi, improvvisamente, siamo davvero dentro il festival e vediamo un film, il primo all’altezza degli standard delle scorse edizioni di  Redenz vous sempre attento a mostrarci alcuni esempi tra i migliori dell’ultimo cinema francese.

Jeune Femme (t.l. Giovane donna) (Francia, 2017) di Léonore Serraille, vincitore della  Camera d’Or di Cannes 2017, come miglior opera prima è un film sorprendentemente maturo per essere un’opera prima, che si avvale della recitazione magnifica di Lætitia Dosch, classe 1980, che interpreta Paula, la jeune fille del titolo, che tanto jeune non è (Paula nel film ha 31 anni).

Il film è il racconto di trasformazione di questa donna che dopo 10 anni di vita con Joachim, un famoso fotografo (che vediamo solamente alla fine del film) si ritrova sull’orlo di una crisi di nervi (il film si apre con un suo monologo fatto alla m.d.p., quando viene ospedalizzata per aver sbattuto la testa contro la porte di Joachim, che nel decidere di non volerne più sapere nulla di lei, l’ha sbattuta fuori casa.

Paula si ritrova così nella città di Parigi senza casa, senza lavoro, senza amici, senza nulla. Impulsiva e millantatrice, Paula cerca di rientrare nel passato dal quale è fuggita (qualche amica di prima, una madre che non ne vuole sapere) e intanto si fa qualche nuova amica (poco importa se per farlo non corregge una ragazza che crede di riconoscere in lei una vecchia compagna di scuola) cerca lavoro (come babysitter e donna delle pulizie in una casa borghese di una donna single e, anche, commessa in un negozio di intimo in un centro commerciale.

Paula si porta dietro la gatta di Joachim, che rimane l’unico segno tangibile di un amore e di una relazione ormai finiti.

Mentre cerca di dimenticare l’uomo (che torna a cercare a più riprese, invano) Paula inizia a vivere per se stessa, tra mezze bugie, errori di responsabilità dai quali non fugge ma dei quali impara suo malgrado ad assumersi conseguenze e maternità.
E quando una gravidanza inattesa, la cui paternità è di Joachim  (l’unica concessione al sesso che si permette, almeno nel film, è con una donna (quella con un collega del centro commerciale finisce male: lui si addormenta) riporta l’uomo nella sua vita, Paula, che per la prima volta prova nostalgia per tutte le cose che non ha mai fatto, dice di no all’uomo che dopo averla buttata fuori di casa vuole averla come madre di suo figlio, e continua da sola, andando avanti con la sola volontà. La sua.

Un film magnifico (ma non esiste aggettivo che rende giustizia alla bellezza di questo film)  che dovrebbero vedere tutte le donne (e anche gli uomini uomini) che hanno amato un uomo permettendogli di fagocitarle in una esistenza passiva e deresponsabilizzante, mostrando al mondo intero che si può vivere altrimenti, basta provarci.

Grandissima sceneggiatura, fotografia meravigliosa, che ci mostra una Parigi tutt’altro che estetizzante e una Laetitia Dosch immensa, enorme, bravissima.

Ecco, finalmente un film degno di questo nome.

 




 

(8 aprile 2018)

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