Irriverente e irrispettoso Fabio Viale. A Monaco di Baviera

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di Giorgia Trinelli #Cultura twitter@gaiaitaliacom #Scultura

 

 

Forse per molti, la scultura di Fabio Viale è irriverente, irrispettosa nei confronti dei grandi del passato. Se riuscissimo a sfatare i miti e pensare a lui, alla sua scultura, come a un grande del presente e probabilmente del futuro, limitandoci a guardare le sue opere come opere d’arte, godremmo del Bello. Godremmo del miracolo della scultura che non ha passato, presente o futuro, è arte e come tale senza tempo, senza luogo, senza barriere ne pregiudizi.

Talento, manualità, sapienza e arguzia, oltre che passione; dinamismo, plasticità e volumi. Scultura violenta, enorme, segni, tatuaggi, graffiti e altro, per rileggere la scultura di oggi. Per la prima volta Fabio Viale espone in un museo tedesco. Giovedì 12 luglio inaugura infatti al Glyptothek Museum di Monaco di Baviera la sua prima mostra personale. Intento del museo è quello di stabilire un confronto di epoche tra  le opere di marmo, differenti per poesia, per periodo, per valore e  modi di esecuzione.

L’artista cunense ha esposto nuove versioni di lavori che lo hanno contraddistinto durante la sua carriera:  undici opere, per lo più di grandi dimensioni, rappresentano l’intero terreno di indagine di Viale Attraversando la mostra si può notare l’estrema qualità dei lavori associata allo spiazzamento percettivo per il quale il marmo dissimula se stesso per diventare legno, copertone, polistirolo, plastica, e abbandona la sua aura per divenire superficie di contrasto tra la bellezza classica e il tatuaggio contemporaneo. La sua scultura è volontà di portare al limite e oltre il limite la capacità della tecnica, esasperarne la valenza espressiva. Il marmo e non solo, tra le sue mani perdono la pesantezza per diventare leggeri, alla vista. I suoi volumi morbidi esprimono concetti duri, controcorrente. Veste il “classico” di nuovi colori, lo trucca, ne rivede contorni, togliendo o aggiungendo parti, esprime concetti tatuandone la superficie.

Attraversando la mostra si può notare l’estrema qualità dei lavori  in cui il marmo rinnega se stesso per diventare altra materia diversa da se: legno, copertone, polistirolo, plastica, e abbandona la sua aura per divenire superficie di contrasto tra la bellezza classica e il tatuaggio contemporaneo.

Il progetto è stato reso possibile grazie all’Istituto Italiano di Cultura, al Consolato Generale di Monaco di Baviera ed è supportato dalla Galleria Poggiali. Per l’occasione sarà edito un catalogo dal Glyptothek Museum con testi di Christian Gliwitzky e Sergio Risaliti.

 





 

(6 luglio 2018)

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