Roma, al complesso del Vittoriano, “Pollock e la scuola di New York”

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di Redazione #Roma twitter@gaiaitaliacomlo #arte

 

 

 

Il complesso del Vittoriano di Roma, ospiterà dal 10 ottobre prossimo “Pollock e la scuola di New York”, mostra dedicata all’artista tanto amato da Peggy Guggenheim.

Artista controverso, instabile per alcuni, genio indiscusso per altri. La sua arte energia pura, rompe gli schemi, destruttura gli spazi e il panorama artistico cambiando le sorti del futuro nell’arte, segnando l’inizio di una nuova arte contemporanea.

Pollock trasforma la pittura in azione, energia vitale che si sposta da lui all’opera mediante i movimenti di pennelli, bastoni, strumenti anche inusuali che utilizza al fine della creazione. Grandi tele, enormi formati su cui vengono “buttati” scheletri, turbamenti, ansie, paure in un intreccio di colori che occupano lo spazio e ne rompono i canoni. Colore e azione, solo colore e azione, cancella qualsiasi riferimento figurativo e costruisce l’arte concettuale.

Per lui dipingere era “un modo di essere”.

Due le figure importanti nella vita del pittore, oltre alla moglie: Clement Greenberg che sosterrà la sua carriera e Peggy Guggenheim incontrata nel 1943 con la quale firma un contratto di cinque anni. Grazie a Lei, presenterà la sua prima mostra personale che gli aprirà le porte della celebrità. Celebrità odiata, celebrità fuggita.

Lui era arte, non gli importava di ciò che girava attorno.

Tanto si è scritto e detto, soprattutto del suo privato, una cosa è certa i suoi quadri erano lo specchio della sua anima. Energia, violenza, rottura con gli schemi, totale irrazionalità pittorica, essenza di compromesso. Oltre a Pollock, la mostra del Vittoriale celebra altri importanti nomi dello scenario americano degli anni ’50: Mark Rothko, Willem de Kooning, Franz Kline, solo alcuni dei nomi rivoluzionari di quegli anni magici.

 

 





(23 agosto 2018)

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