Recensenda: Bo Summer’s, Cocaina

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Cocainadi Bo Summer’s  twitter@fabiogalli61

Strapperò via questa presentazione con i denti. Che vi piaccia o no. Quest’anno va di moda la cocaina e i libri gangbang. Abbiate pazienza, seguitemi. Non cercate contatti con la vostra realtà quotidiana, e li troverete.

(Il corsivo, spesso, non è mio, e pure altre cose, spesso, sono colpa della cocaina)

Annina lo perquisì e dalla tasca interna della giacca di velluto tirò fuori una piccola mattonella. La annusò. – Oppio?

Tre volte cocaina. La sostanza illegale più consumata e più egosintonica con lo stile di vita contemporaneo narrata da tre grandi voci della narrativa contemporanea italiana. È la droga che più ha influito sulla società dagli anni Ottanta a oggi, è invasiva. È trasversale.

A raccontarcela, in questo libro, sono tre grandi autori del noir italiano: Massimo Carlotto, Gianrico Carofiglio, Giancarlo De Cataldo, che ci divertono, turbano e costringono a riflettere.

Tre storie che coprono la parabola italiana della droga più consumata, attraversandone con sapienza narrativa tutte le fasi, dalla produzione allo spaccio.

 

Il breve noir di Carlotto, fedele alle linee d’ombra in cui agisce il suo fido Alligatore, Campagna sbirro progressista alle prese con (ex) amici pusher e bande di trafficanti bulgari.

Più intimista la trama di Carofiglio, alle prese con una confessione femminile che evoca, senza sezionare, misteri nodali dell’esistenza: rapporti padre-figlia, scelte di vita, amore, perdizione, riscatto.

De Cataldo, infine, compone, a mio avviso, l’elemento più riuscito del trittico: un racconto dalla dimensione internazionale, dalla trama degna di un romanzo, dallo stile preciso e godibile.

 

La capitale veneta del consumo di cocaina. Un tardo pomeriggio di settembre e un bar, che forse si chiama ancora davvero Caffè del Pescatore. Una piantagione colombiana.

La cocaina è qui droga tout court: pretesto narrativo efficace per la messa in scena di un conflitto etico di notevoli proporzioni. Conseguente parabola di precipizio e risalita. Risalita e precipizio.

Poi arresti, ricerche, ricettazioni e altri reati indotti. Cocktail e finger food, sostituti procuratori e affiliati.

Insomma, alla fine del libro avrete il naso sporco di polvere bianca, ma avrete senza dubbio le idee più chiare sulla cocaina e su cosa è un libro gangbang.

Ma quegli sfigati che si spaccavano il culo pagati a ore o a metro quadro, arrampicati sui ponteggi, vivevano su un altro pianeta dove alzarsi tutte le mattine alle quattro era un motivo più che sufficiente per sniffare un po’ della coca stratagliata di Pizzo.
Campagna li guardava e si sentiva un privilegiato.

 

Cocaina Autori

 Carofiglio affida la narrazione a uno scrittore. Una conversazione con una donna incontrata per caso rinuncia in fretta a ogni pretesto letterario per trasformarsi in un dialogo profondissimo e rivelatore, guardando a una dimensione che è insieme intima e sociale, per raccontare uno degli effetti più potenti della cocaina: l’annullamento del confine tra vittime e carnefici, colpevoli e innocenti.

Categoria farmacologica: Metadone. Consigliato a tutti, benefico per: Chi non ha mai provato. Chi, al contrario, vuole smettere. Apatici. Troppo mansueti. Chi ha pochi… confidenti. Chi pensa che gli informatori siano solo quelli scientifici. Assuefatti. Controindicazioni: Non assieme ad altri eccitanti.

Cosa siamo allora? Schiavi? insorse il ragazzo.

Da mille e mille anni, Felice. Questo è il nostro destino.

Dopo tanti cattivi, ha detto De Cataldo, volevo raccontare i buoni. E l’ha fatto con una storia che segue il percorso della coca dal Messico a Milano, dalla foglia all’impero immateriale della finanza.

E nessuno si è mai ribellato?

Se vi verrà voglia, semmai, fate una seconda lettura e sarete nuovamente soddisfatti.

Il nostro amico è un filosofo galante – commentò l’ispettore sarcastico. – Intanto questa “delizia” gli costerà almeno tre anni di villeggiatura a spese dello Stato.

Il ragazzo ci pensò un attimo, poi afferrò la foglia di coca, se la cacciò in bocca e cominciò a masticarla. Era amara. Eppure il ragazzo comprese che gli sarebbe piaciuta. Pensò che zio Jorge aveva ragione. Ribellarsi non aveva senso. Non era quella la risposta. Guidare uno di quei mostri a trazione integrale. Possederlo. E magari un giorno possedere una piantagione. Questa era la risposta. La coca, a lungo andare, aveva un buon sapore.

Alcune indicazioni terapeutiche: cura le dipendenze e le crisi d’astinenza. Anche il libro.

L’idea sarebbe venuta a De Cataldo, poi un lungo corteggiamento per fare un ragionamento comune su un fenomeno così potente e invasivo al quale gli altri due colleghi, accomunati dalla capacità di riconoscere la forza e la pervasività delle correnti criminali che percorrono il nostro Paese, non hanno saputo resistere.

La coca ha una sua bellezza arcana, pensava l’Ingegnere, che in quelle seratine con la sua compagna preferita leggeva l’apoteosi di una carriera scandita dalle scelte giuste. Quelle che portano al successo i meritevoli.
Successo senza sensi di colpa: che sensazione paradisiaca!

L’uomo annuì. – Mescolato all’hashish è una vera delizia per la mente e per lo spirito, mia bella signora – disse in tono solenne.

La cocaina. Muove capitali immensi, costruisce imperi, distrugge, ricrea e plasma le coscienze. Rende tutti un po’ più criminali.

La cercano sia gli operai in fila all’alba in attesa di ingaggio nelle città del Nordest. L’insospettabile compagna o compagno della tua vita. In tempi di crisi, è generosa con chi sceglie di servirla.

Ci segue come la nostra ombra, così invadente, evidente e normale che nessuno più la vede. E allora serve la letteratura per renderla di nuovo visibile?

Tre magnifiche storie che rimandano l’una all’altra, tre facce diverse e complementari dello stesso cristallo. Tre maestri della narrativa contemporanea raccontano la droga che più a fondo ha segnato la società dagli anni Ottanta a oggi.

Per l’occasione Carlotto ha girato all’alba con l’ispettore Giulio Campagna nelle città del Nordest: “quando le donne delle pulizie smettono di lavorare e trovano un po’ di consolazione nella striscia consumata in fretta nei locali di periferia dove prendono il caffè. Un tiro e le paure di una vita sempre più precaria sembrano svanire. Lo stesso nei grandi parcheggi dove si ritrovano i lavoratori giornalieri dell’edilizia. O negli autogrill dove gli spacciatori aspettano i camionisti e i piccoli padroncini che si fermano per fare il pieno di benzina e di polvere bianca. Durante il boom era la droga dell’euforia, ora con la crisi è la droga della consolazione”.

Qual è il problema con i suoi libri?

Queste tre storie in apparenza così distanti dialogano e si fanno eco fra di loro, per costruire – attraverso l’accostamento di punti di vista e lenti diverse – un quadro complesso e sfaccettato dell’universo (soprattutto umano) che ruota attorno alla cocaina. Il risultato è un noir magistrale e un documento agghiacciante sul nostro tempo.

Ribellarsi serve solo a morire prima, figliolo. Su, prendi questa, ti farà star meglio.

Un poliziotto ribelle che combatte una banda di trafficanti e si ritrova sempre più solo. Una donna seduta in bar che ripercorre il propria dolorosissima storia d’amore e dipendenza. Un giovane shadow banker che opera per conto di una famiglia mafiosa in affari.

Tre personaggi, tre storie diversissime ed esemplari, una sola vera protagonista: la cocaina, dea bianca che muove, intreccia, spezza i destini.

Ma che se ne ricava da questa lettura? se la cocaina arriva ovunque, persino tra chi dovrebbe affrontare il fenomeno, forse è perché la tentazione, il bisogno, arriva ovunque?

Una piccola mattonella. La annusò. – Oppio? No a me pare Cocaina.

 

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(per richiedere il permesso alla riproduzione scriveteci)

 

 

 

 

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