dal nostro inviato Massimo Capo
Ore 20,15 le porte si aprono ed entriamo per assistere alla proiezione di un film taiwanese dal titolo “Will You Still Love Me Tomorrow” con la regia di Arvin Chen giovane regista nato a Boston ma che lavora a Taipei. A trentacinque anni ha già nel suo curriculum un master in produzione cinematografica ed una serie di premi, nel 2006 con il cortometraggio “Mei” il premio Festival Award e l’Audience Award al N.Y. City short festival e nel 2007 il Silver Bear alla Berlinale. Risale al 2010 invece il suo debutto nel lungometraggio con “Yi Ve Taibei”.
“Will You Still Love Me Tomorrow” è senza dubbio una bella commedia che strizza l’occhio alla “sophisticated comedy” americana. La storia è ambientata ai giorni nostri a Taiwan e racconta la storia di due coppie.
La prima formata da Weinchung (l’attore e cantante Richie Ren di origini taiwanesi) sposato con Fen (l’attrice e cantante pop Mavis Fan. Lei canterà, in una immancabile serata Karaoke la canzone che dà il titolo al film), Weinchung riscopre, aiutato dall’amico gay Stephen la sua vera natura e la sua passione per gli uomini, tanto che inizia una relazione parallela con un cliente del negozio di occhiali dove lavora. All’oscuro di tutto la moglie sente il desiderio di avere un secondo figlio e da questo momento in poi la situazione precipiterà.
Altra coppia formata dalla sorella di Weinchung, Mandy che scarica il fidanzato San-San lasciandolo da solo tra le corsie di un supermercato, spaventata da una vita monotona e ripetitiva. La sua unica consolazione, mentre cerca di schiarirsi le idee, sono le soap opera che guarda ininterrottamente fino a vedere accanto a se il protagonista della soap che discute con lei l’evolversi della sua situazione amorosa.
La storia avrà un lieto fine per entrambi, anche se con soluzioni diverse. Finalmente un modo diverso di concepire la felicità dei protagonisti, che decidono della loro vita senza farsi influenzare dal mondo esterno e ,certamente,non più dalle tradizioni.
Bravi gli interpreti e divertenti i dialoghi (la sceneggiatura è firmata dal regista), si ride, si pensa, si parteggia per i personaggi e si sente che finalmente le cose stanno cambiando.
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