Festival Internazionale del Film di Roma, e i film dove sono?

Altra Cultura

Condividi

Festival Roma 2013 - 01 Logodal nostro inviato Alessandro Paesano  twitter@ale_paesano

Un secondo giorno di Festival caratterizzato da una frenesia generale con le sale gremite di gente, la folla che si accalca, le sale che fanno fatica ad accogliere il pubblico con celerità, e i film che non sono proprio degni di nota.

Ron Woodroof chi era costui? Un uomo cui venne diagnosticato l’aids conclamato nel 1986 e che comperò farmaci sperimentali non ancora approvati negli States fondando un Dallas Buyers Club nel quale, dopo il pagamento di una quota associativa, distribuiva farmaci prescritti da medici non USA per trattare i sintomi dell’aids. Adesso è diventato il protagonista di un film interpretato da Matthew McConaughey che il ruolo ha perso trenta chili, si tratta di Dallas Buyers Club (Usa, 2013) di Jean-Marc Vallée che ci mostra un eterosessuale, scapolo e promiscuo, dedito all’alcool e alle droghe,  sottolineando come l’equazione aids=peste dei gay,   fosse un falso, dettato dal pregiudizio e dalla grossolanità scientifica. Alessandro Paesano 00

Nonostante la sua istintiva omofobia Ron si mette in affari con una travestita (e non una trans visto che non ha intrapreso alcuna cura ormonale per compiere il transito da un sesso all’altro) tossicodipendente  e sieropositiva come lui, visto che i potenziali clienti cui vendere i farmaci sono tutti uomini gay, gettando alle ortiche il primo assunto del film che l’hiv e l’aids non riguardano gli orientamenti sessuali ma i comportamenti sessuali. Invece di etero promiscui oltre a Ron nel film non ce ne sono… Ma non sono l’unica cosa a mancare, dal momento che nel film mancano anche i profilattici, che sono ancora oggi l’unica forma di protezione dal contagio (e non solo del virus dell’Hiv), che non vengono proprio presi in considerazione: quando Ron vuole fare sesso con una ragazza, dopo che ha scoperto il proprio stato clinico, si assicura che la ragazza sia già sieropositiva per non contagiarla, senza che il film si degni nemmeno di spiegarci che lui i profilattici non li usa:  non sono nemmeno una opzione, semplicemente esistono.

Festival Cinema Roma 2013 -05 Dallas BuyerLa battaglia che Ron intraprende contro il governo degli Stati Uniti complice una FDA mafiosa che favorisce la grande industria farmaceutica sfruttando i malati come inconsapevoli cavie umane (l’uso di AZT nonostante alcuni report avessero dimostrato l’alta tossicità e la scarsa utilità) che nel film assume le proporzioni di una denuncia viene cancellata da una didascalia finale che dice chiaramente che, a piccole dosi, l’azt ha curato (sic!) tante persone. Il film fa passare come eroe uno che lucrava sulla malattia altrui facendosi pagare per distribuire dei farmaci illegalmente importati e gli si perdona l’omofobia maschilista e retrograda perché abbraccia commosso la travestita quando questa lo aiuta economicamente.

Se questo è un film gay friendly

Alice nella città ha poi presentato due film, piuttosto deludenti.

Festival Cinema Roma 2013 -06 En SolitaireEn Solitaire (Francia, 2013) di Christophe Offenstein, presentato per Alice nella città in concorso  racconta le vicissitudini di un uomo durante una regata en solitaire in giro per il mondo e di un ragazzo migrante clandestinamente salito a bordo che l’uomo decide di tenere  nascosto per non farsi squalificare dalla gara. Grandi sentimenti, una figlia piccola alle prese con la nuova fidanzata di papà, profluvio di tecnologia (tra collegamenti satellitari, stetoscopi digitali coi quali i medici auscultano online i marinai la regata è tutt’altro che solitaria), il film ci racconta un’avventura per immagini con una trama timida e che non approfondisce nulla (tanto meno le sorti del ragazzo immigrato clandestinamente…) senza scadere mai nella retorica ma senza scalfire la superficie del racconto o di nessun rapporto. Un film ottimo per la visione su qualche canale televisivo satellitare dedicato all’avventura e allo sport ma un po’ poco per scomodarsi ad andare a vederlo in sala.

Marina, (Italia/Belgio, 2013) di Stijnx Coninx, evento speciale sempre di Alice nella città, coproduzione italo Belga con capitali Rai, dedicato alla vita di  Rocco Granata, il compositore e cantante di brani celebri quali Marina, non ha nulla da invidiare alle nostre fiction televisive con le quali ha in comune l’impianto narrativo oleografico (basta vedere la ricostruzione degli abitanti di un paese calabro nell’immediato secondo dopoguerra che sembra invece degli inizi del 900), una narrazione incentrata sulla vita privata e sentimentale del protagonista (che divide il suo amore per la musica con quello per una giovane ragazza autoctona) e dove la società, il lavoro, la Storia insomma, passano sempre tramite grandi eventi (la tragedia di Marcinelle) o coinvolgimenti privati (il licenziamento del padre dalla miniera per invalidità) e dove il coronamento del   sogno di musicista di Rocco è un concerto a New York dove ricorda al padre che i suoi sforzi in miniera non sono stati inutili visto che lo hanno portato lì.

Un film superficiale, in linea con il mito italiota propalato dalla tv contemporanea di un successo facile che si raggiunge se si è dotati di una bravura innata mai supportata dalla dura fatica, perfettamente inutile.
 

 

 

 

[useful_banner_manager banners=16 count=1]

©alessandro paesano 2013
tutti i diritti riservati
©gaiaitalia.com 2013
per gentile concessione
riproduzione vietata

[useful_banner_manager banners=4 count=1]

 

 

 

Pubblicità