“Io Virginia”, lo spettacolo di Emanuela Rolla sulla grande scrittrice inglese. L’intervista

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Emanuela Rolla Virginia Wolfdi Max Calvo

“Virginia Woolf, seduta nel suo studio, con la penna in mano e i fogli forse sta per scrivere un nuovo capolavoro. Tra le righe del nuovo lavoro si sofferma e si racconta, riflettendo sulla vita in generale, sulla sua vita. Si racconta attraverso i suoi scritti…”, così l’attrice Emanuela Rolla presenta lo spettacolo su Virginia Wolf con il quale debutterà a Genova il 25 gennaio, per poi essere a Roma dal 30 gennaio al 2 febbraio.

Amiamo molto Virginia Wolf, così per sapere qualcosa di più sullo spettacolo abbiamo intervistato l’autrice e protagonista.

L’intervista:

Virginia Wolf non è un personaggio semplice da descrivere, soprattutto in scena, bella sfida..
Sì, è vero. Un personaggio difficile perché richiede diversi piani di lettura; quello che vorrei fare è trasmettere il disagio interiore di Virginia dato soprattutto dal fatto che la sua sensibilità artistica, il suo pensiero, la sua visione di vita l’ha portata ad essere una “disadattata” nel tempo storico in cui viveva. Il disagio più profondo non proviene solo dal fatto di una malattia che le ha segnato la vita ma dalla consapevolezza di non essere capita. E’ una donna che ha vissuto sempre tra salti di luce e buio e che risulterebbe una pioniera anche ora nel 2014. Per assurdo che possa sembrare Virginia amava molto la vita. Ne coglieva tutte le sfumature.

E’ il personaggio che le interessa o la sua scrittura?
Mi interessa il personaggio, il suo modo di pensare, la sua ironia, la sua sensibilità, la sua visione di vita che ci ha lasciato attraverso i suoi scritti; sono partita dal leggere le sue opere per cercare di capire e cogliere tra le sue pagine come lei vedeva il mondo.

Lo spettacolo analizzerà parte del suo lavoro o la vita privata di Virginia Wolf?
La vita privata, ma in particolare racconto l’ultima ora e un quarto prima di morire. Lo spettacolo non racconta in successione logica gli accadimenti vissuti da Virginia ma più che altro quello che potrebbe essere un giorno qualunque nel suo studio, dove lei, sola con la sua creatività, le sue paure, le sue ristrettezze, le sue insicurezze e la sua consapevolezza, si confronta anche con la morte. Mi interessa esplorare lo stato vitale di Virginia e come lei cerca e ha cercato x tutta la vita di contrastare o di riuscire ad adattarsi. È chiaro che sarebbe sfinente x chiunque.

Ci racconta la genesi di “Io, Virginia”?
A volte le cose nascono così… Come se fosse qualcosa che non avevi minimamente calcolato e poi ti ci ritrovi nel bel mezzo ma con una visione totale, corale e lucida. Virginia è una figura che fin dall’anni dell’adolescenza mi aveva affascinata e conquistata. Avevo letto un po’ di cose sue nell’estate del 2012 e poi a un certo punto mi sono resa conto che tutto quel materiale mi era estremamente familiare, che era come conoscere quel disagio e quella lucentezza così, come dire, mi sono ritrovata dentro alla cosa più di quanto pensassi. E da li mi sono detta perché non provare a raccontarla, non credo che a livello teatrale nessuno lo abbia ancora fatto, l’unico precedente è Hollywood. E così non solo ho iniziato a leggere le sue opere, ma il suo diario, le biografie su di lei e poi è nato ” il copione” che ci tengo a sottolineare tutto ciò che dirò in scena sono parole di Virginia Woolf.

Ci sono precedenti seri con cui confrontarsi, soprattutto al cinema…
Precisamente. Serissimi e segnati da un premio Oscar. Ho avuto la fortuna quest’estate di studiare con la Signora Susan Batson, la acting coach di Nicole Kidman, che la preparò per il ruolo di Virginia, e di parlare e farle vedere alcune cose del progetto-lavoro. Mi ricordo che alle 2 di notte mi disse: “Prepara questo monologo e le tue circostanze date sono che sei Virginia, fra un’ora ti vedo”. La Signora Batson rimase stupita positivamente del lavoro, della mole del lavoro e di alcune scelte fatte da me,  soprattutto per il bassissimo budget a disposizione, tanto che mi disse di scrivere una lettera e darle delle foto del lavoro da portare a Nicole Kidman. Questa cosa mi fa sorridere e spero che sia di buon auspicio.

Cosa la affascina di Virginia Wolf?
L’intelligenza sofisticata ed ironica, la sensibilità e la capacità di vedere il mondo al di là di come appare.

Cosa hanno in comune Emanuela Rolla ed il personaggio?
Ho impiegato parecchio tempo per rispondere a questa domanda, delicata. Sicuramente la forte sensibilità , il senso di insicurezza, le emicranie, l’ironia, bevo tè, uso lo zenzero, ho il callo dello scrittore nel dito medio della mano destra, se scrivo tre righe, due le cancello, l’amore per l’intelligenza e il bipolarismo (nel mio caso sempre più superato), la lucidità di fare i conti con ciò che si è.

Lo spettacolo debutterà il 25 gennaio a Genova, altre date?
Sarò a Genova il 25 e 26 Gennaio (il 25 gennaio è la data di nascita di Virginia Woolf, ma è stata una casualità debuttare quel giorno), poi sarò a Roma dal 30 Gennaio al 2 Febbraio e poi ovviamente mi impegnerò per farlo girare.

 

 

 

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