Alain Resnais, se n’è andato l’ultimo dei grandissimi. Il ricordo di Emilio Campanella

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Alain Resnaisdi Emilio Campanella

Con grande discrezione, con l’eleganza schiva che lo contraddistingueva, alla vigilia della Notte degli Oscar, ci ha lasciato Alain Resnais, mentre tutti eravamo distratti dal luccichio delle statuette dorate, il grande maestro del formalismo, dell’eleganza e della leggerezza degli ultimi anni, è uscito di scena accostando piano la porta senza far rumore, sicuramente con uno sguardo ed un’alzata di sopracciglio all’indirizzo di tanta agitazione.

Quando da piccolo ho iniziato ad andare al cinema consapevolmente avevo sedici anni, ed il primo film suo che vidi fu: JE T’AIME, JE T’AIME, uscito in Italia come Anatomia di un suicidio, storia disperata e dolorosa raccontata con un montaggio stravolto e molte coazioni a ripetere, mi aveva entusiasmato a dispetto di critiche freddine, poi recuperai i capolavori precedenti: HIROSHIMA, MON AMOUR, L’ANNE’E DERNI’ERE A MARIENBAD che mi aveva letteralmente stregato e provocò anche il mio innamoramento per Alain Robbe Grillet; LA GUERRE EST FINIE.

Poi quello strano film dedicato al grande truffatore STAVISKY, in cui Jean Paul Belmondo faceva uno dei suoi tipici personaggi, ma in punta di matita come non mai. Se il precedente mi ricordava un po’ Losey, decisamente lo fece il successivo: PROVIDENCE, anche, ovviamente per le presenze di Dirk Bogarde e John Gielgud. In ogni film, in lavoro sul tempo, sulla personalità dei caratteri, uno scandagliare luogo e tempo, dentro e fuori delle persone, oltre ad una precisione nel plasmare i personaggi sugli attori. MON ONCLE D’AMERIQUE, film saggio sul comportamentismo ed i rapporti interpersonali resi con una mano leggerissima ed un tono ironico che diventerà vieppiù la sua cifra registica.

Nel 1984: L’AMOUR ‘A MORT con un gruppo di attori che faranno gruppo e ricorreranno nelle sue opere precedenti: Ardant, Arditi, Azéma, Dussolier, e gli intermezzi musicali dui Hans Werner Henze; magnifico MELO da una commedia da boulevard di Henry Bernstein, con una Sabine Azéma indimenticabile in una ambientazione meravigliosamente finta da teatro filmato…ma avercene!!! I WANT TO GO HOME, zoppicante esperimento di attori e disegni animati, una storia simpatica e non riuscita, ma sempre di un regista geniale.

Un regista che ci ha regalato alcuni capolavori, molti film notevolissimi, ed alcuni minori di enorme interesse, quindi che sempre restato ad altissimo livello, nel suo lavoro!Coraggiosissimo l’esperimento di SMOKING/NO SMOKING in cui l’azione si differenzia all’inizio da un’azione: Sabine Azéma fumerà una sigaretta, o non la fumerà, e la vicenda sarà diversissima. Uno splendido doppio divertissement,un esercizio stilistico da grande maestro, tutto girato in studio e con due soli attori ad interpretare tutti i ruoli: la citata Azéma e Pierre Arditi, godibilissimi.

Nel 1997 ON CONNAIT LA CHANSON (Parole, parole, parole, ) costruito su testi di canzoni notissime, un lavoro intelligentissimo di Agnès Jaoui e Jean Pierre Bacri. COEUR è del 2006 e come Smoking…  è sceneggiato da Alan Ayckbourn ed è un ironico, feroce divertentissimo spaccato di solitudini ed incomprensioni.

Non sono usciti in Italia, PAS SUR LA BOUCHE del 2003 il penultimo è il fragile ma grazioso LES HERBES FOLLES (Gli amori folli) del2009 ora attendiamo  AIMER , BOIRE ET CHANTER, presentato a Cannes lo scorso anno e considerato con molta attenzione.

Se n’è andato un altro grande maestro.

 

 

 

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