I Musei di Roma presentano “Dreamings. L’Arte Aborigena Australiana incontra de Chirico”, fino al 2 novembre

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Arte Aborigena De Chiricodi Gaiaitalia.com

Sensibilizzare il pubblico europeo nei confronti dell’arte indigena australiana, una delle più brillanti espressioni dell’arte attuale, contrastando la tendenza a interpretarla in termini puramente etnografici; collegare la pittura aborigena australiana Western Desert all’arte contemporanea, in particolare al contenuto metafisico dell’arte di de Chirico ed alla sua concezione del mondo e della natura dell’essere: questi i messaggi più significativi e originali di Dreamings. L’Arte Aborigena Australiana incontra de Chirico.

La mostra è ospitata al Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese, uno degli spazi romani più idonei per l’accoglienza dell’arte contemporanea, la cui collezione permanente comprende 18 lavori di Giorgio de Chirico, sui quali in questa occasione ricade l’attenzione per un inedito accostamento.

La mostra infatti crea un ponte tra un concetto della tradizione indigena australiana – dreaming o dreamtime, il tempo del sogno – e la poetica dechirichiana, relazione particolarmente evidenziata nella sezione dedicata alle opere di Imants Tillers, uno degli artisti più rappresentativi dell’Arte Aborigena attuale, nella project room al primo piano. Dreaming per gli aborigeni è quel tempo spirituale precedente alla storia e alla creazione del mondo degli uomini.

Dreamings. L’Arte Aborigena Australiana presenta più di 50 opere – tra le più interessanti dal punto di vista qualitativo – eseguite prevalentemente in acrilico a partire dagli anni ’90 dai più importanti artisti indigeni australiani contemporanei, esemplificative dei diversi stili e delle varie scuole artistiche delle regioni desertiche centrali e occidentali dell’Australia.

Le opere provengono in gran parte da una delle più rappresentative collezioni private del settore, quella dei francesi Marc Sordello e Francis Missana. Per il Museo Bilotti – nato in occasione  di una donazione privata – è un’opportunità per riaprire il filone di ricerca sul collezionismo di arte contemporanea avviato da anni con diverse mostre già realizzate.

Le opere degli artisti in mostra possono ascriversi al movimento Western Desert, che raggruppa artisti indigeni provenienti da comunità di una vastissima zona d’Australia (600.000 Kmq) molto poco popolata. Inoltre, in esposizione, vi sono anche opere di due artisti indigeni di cultura urbana, Christian Thompson e Judy Watson, che, con stile contemporaneo, affrontano i temi del territorio e dell’identità.

Nata negli anni ‘70, solo a partire dai primi anni ’80, l’arte Western Desert  ha smesso di essere relegata nei musei etnografici per collegarsi con l’arte contemporanea. Complice di questa evoluzione, il dibattito su post-colonialismo e globalizzazione e sul post-modernismo, condotto da giovani artisti e curatori di mostre, il cui esponente principale è stato Imants Tillers. Da allora, i dipinti in acrilico su tela della comunità Western Desert hanno attirato l’attenzione prima del mondo dell’arte e, subito dopo, del suo mercato.

Gli artisti in mostra
Jimmy Baker, Lydia Balbal Wugulbalyi, Paula Paul Kuruwarriyingathi Bijarrb, Jan Billycan Karrimarra (Djan Nanudie), Michael Nelson Jagamarra, Paddy Sims, Emily Kame Kngwarreye, Billy Koorubbuba, Carol Golding Maayatja, Claudia Moodoonuthi, Bessie Sims Nakamarra, Eubena Nampitjin, Esther Giles Nampitjinpa, Nyurapayia Bennett Nampitjinpa, Susie Bootja Bootja Napaltjarri, Lucy Yukenbarri Napanangka, Dorothy Robinson Napangardi, Judy Watson Napangardi, Lily Kelly Napangardi, Maggie Watson Napangardi, Lorna Fencer Napurrula, Nyarapyi Giles Ngamurru, Elisabeth Nyumi Nungurrayi, Naata Nungurrayi, Nora Wompi Nungurrayi, Tiger Palpatja, Minnie Motorcar Pwerle, Christian Bumbarra Thompson, Wingu Tingima, Mick Woma (Pegleg) Brown Tjampitjinpa, Boxer Milner Tjampitjin, Sam Willikati Tjampitjin, Clifford Possum Tjapaltjarri, Billy Whiskey Tjapaltjarri, Warlimpirrnga Tjapaltjarri, Long Tom Tjapanangka, Tjumpo Tjapanangka, Whiskey Tjukangku, George Ward Tjungurrayi, Willy Tjungurrayi, Johnny Warangkula Tjupurrula, Hector Burton Tjupuru, Prince of Wales, Judy Watson.

 

 

 

 

 

Museo Carlo Bilotti
dal 4 luglio 2014 al 2 novembre 2014 con i seguenti orari:

dal 4 luglio al 30 settembre 2014
da martedì a venerdì ore 13.00 – 19.00
(ingresso consentito fino alle 18.30)
sabato e domenica ore 10.00 – 19.00
(ingresso consentito fino alle 18.30)
chiuso lunedì

dal 1 ottobre al 2 novembre 2014
da martedì a venerdì ore 10.00 – 16.00
(ingresso consentito fino alle 15.30)
sabato e domenica ore 10.00 – 19.00
(ingresso consentito fino alle 18.30)
chiuso lunedì

Intero € 8,00; Ridotto € 7,00

Tlf 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)

 

 

 

 

(22 luglio 2014)

 

 

 

 

 

 

 

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