Veronese e Padova l’artista, la committenza e la sua fortuna. Fino al 15 gennaio

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Paolo Veronesedi Emilio Campanella

Altri due importanti appuntamenti intorno a Paolo Caliari: VERONESE E PADOVA, l’artista, la committenza e la sua fortuna,  ai Musei Civici agli Eremitani fino all’ 11 Gennaio 2015.

Il 4 Settembre è stato presentato l’articolato progetto espositivo padovano, ampio e ben contestualizzato, considerando il territorio, le committenze, il lavoro di bottega, la cerchia dei collaboratori e quella degli artisti “minori” coevi. E’ esposta un’ampia gamma di rappresentazioni da pittoriche ad incise ed a stampa. Un attento lavoro di ricognizione attorno alle opere del museo, le copie antiche ed altre anche relativamente recenti. L’esposizione si apre e ruota attorno al raffronto fra L’ASCENSIONE dalla chiesa di S.Francesdo a Padova, la cui parte inferiore fu tagliata e trafugata nel seicento, e poi reintegrata già nel 1625, da Pietro Damini considerato allora il più autorevole artista cui poter affidare tale importantissimo compito, con gli UNDICI APOSTOLI, Olomouc Muzeum uméni Omolouc ( in deposito a Praga, Nàrodnì Galerie).

Il confronto fra le due opere ed il riavvicinamento delle due parti della pala veronesiana, dopo quattrocento anni ed a cinquanta dalla identificazione della parte “perduta”. Catalogo Skira.

Se a Padova un’ “agnizione” motiva una bella e colta esposizione, a Castelfranco si è lavorato ingegnosamente intorno a qualche cosa che da secoli non esiste più. Infatti LA SORANZA venne demolita nel 1818, alla caduta della Repubblica Veneta; gli affreschi strappati dal Conte Balbi, con una tecnica, a tutt’oggi esemplare alcuni anni prima, vengono dispersi… La piccola, preziosa esposizione raccoglie la sfida di evocare e raccontare l’edificio scomparso, la sua decorazione, la sua ubicazione, la sua struttura, la famiglia proprietaria, i veneziani Soranzo che avevano proprietà nella zona e che molto probabilmente introdussero lo stesso Giorgione nell’ambiente veneziano dove iniziò la sua carriera artistica e mondana suonando il liuto e ritraendo esponenti della nobiltà lagunare, come scrisse Vasari.

Un piccolo giallo/scandalo locale ruota intorno ad un grande frammento di affresco proveniente originariamente dall’edificio: MINERVA FRA LA GEOMETRIA E LA MATEMATICA di incertissima attribuzione, ea attalmente a Palazzo Balbi a Venezia, sede della Regione Veneto. Alla presentazione, una diatriba, fra divertita ed imbarazzata, iniziata alla conferenza stampa, e ripresa di fronte all’affresco citato,da parte di un bello spirito locale interessatisimo alle motivazioni di un discutibile ( a detta sua ) acquisto, di opera pittorica supposta di Veronese, con la professoressa Paola Marini, dal consueto, elegante, signorile, ironico aplomb nella sua coltissima competenza di studiosa ed i curatori dell’esposizione. Tralasciando beghe paesane consiglio di percorrere con attenzione le sale e godere degli affreschi esposti e delle altre opere che si possono vedere, per una volta, con grande piacere, godere da vicino, e grazie ad un’attenta illuminazione, valorizzate al meglio.

Agile ed esauriente la guida alla mostra, pubblicata da Marsilio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(13 settembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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