Festival del Film di Roma: “Die Lügen Del Sieger”, quando le bugie diventano buon cinema

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“La storia è fatta
dalle bugie dei vincitori
ma non la immagineresti mai
dalle copertine dei libri di scuola”

Lawrence Ferlinghetti

 

Florian David Fitz_Lilith Stangenberg

di Alessandro Paesano  twitter@Ale_Paesano

La citazione di Ferlinghetti messa a conclusione del film illustra bene lo spirito di una pellicola tedesca ben fatta e molto interessante Die Lügen Del Sieger (t.l. Le bugie dei vincitori), in concorso nella sezione Cinema d’oggi,  il cui titolo capovolge la forma, ma non la sostanza, della poesia di Ferlinghetti.

Un film di fantapolitica (i fatti raccontati sono inventati) che invece di cavalcare l‘onda della cospirazione segreta mostra la facilità con cui la stampa viene manipolata suo malgrado per nascondere meri giri di soldi. Il denaro non è più un tramite per quel potere cui il nostro Andreotti disse che logora chi non ce l’ha è il potere a essere diventato tramite il denaro che è l’unica cosa che conta.

Il film racconta di una indagine giornalistica partita per caso (un compito da dare alla stagista zelante) che diventa prima il cruccio di un gruppo altolocato di lobbisti e poi mezzo stesso per insabbiare la vera storia che sta dietro alla strana morte di un ex soldato ritornato dall’Afghanistan e finito morto nella fossa dei leoni allo zoo di Berlino.

In mani tedesche questa storia diventa un ottimo film di genere, dai tempi giusti per far crescere la curiosità e far seguire al pubblico romano senza farlo fiatare due ore di dialoghi in tedesco.

Una produzione di qualità che non tramuta il personaggio femminile (la stagista) in una femme fatale (anche se la tresca con il bel giornalista di fama avviene, ma discretamente) dove non ci sono nudi inutili l’unico a inizio film è quello del bellissimo protagonista Florian David Fitzil che, uscito dalla doccia, è nudo dalla testa ai piedi (e l’occhio NON cade sui piedi).

Die Lügen Del Sieger è costruito su una indagine che è anche quella del pubblico chiamato a ricomporrete le tessere di un puzzle  che all’inizio non è di immediata comprensione,  com’è giusto che sia per un thriller.

Un film che affronta in maniera non banale l’affidabilità delle fonti di informazione in un tempo di loro estrema manipolazione informatica come il nostro e che si attesta bene nel proporre la problematica senza lasciarsi sedurre dalla facile via della denuncia altisonante o della soluzione palingenetica (come fa tanto Hollywood oggi).

Die Lügen Del Sieger ci  (di)mostra come un cinema altro sia possibile basta averne l’intenzione e la cultura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(19 ottobre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©alessandro paesano 2014
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riproduzione vietata
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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