Teatri di Vita presentano la danza di Karol Tyminski, a Bologna dal 7 al 9 novembre #InScena

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Teatri di Vita 00 - Tyminski_Doll_Housedi Gaiaitalia.com

L’icona della donna e dei ruoli femminili, disegnata nell’America pop degli anni ’50, tra casalinga perfetta e pin-up super-sexy: ecco la “casa di bambola” della donna occidentale, che il coreografo e danzatore polacco Karol Tyminski ha deciso di raccontare in “Doll house”, che debutta in prima nazionale da venerdì 7 a domenica 9 novembre (ore 21; domenica ore 17) a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485; info 051.566330, www.teatridivita.it).

Karol Tyminski, che ha lavorato tra gli altri con Bill T. Jones, Vincent Dunoyer e Nigel Charnock, è uno dei maggiori rappresentanti della ricerca artistica sulle questioni di genere e della sessualità nell’Europa dell’Est, e questo suo spettacolo affonda lo sguardo proprio nella formazione dell’identità, con un profondo lavoro sul corpo del performer. Lo spettacolo è una coproduzione internazionale, che si avvale tra l’altro, del sostegno del Programma Cultura dell’Unione Europea.

La stagione di Teatri di Vita è sostenuta da Fondazione del Monte e Fondazione Carisbo, con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, in convenzione con Comune di Bologna e Regione Emilia Romagna.

L’asse portante di “Doll House” (dal titolo che riprende il dramma di Ibsen sulla questione femminile) è l’utopia visionaria della società americana negli anni 50, in particolare l’icona della donna e i ruoli a lei attribuiti. Emergendo da un’analisi critica femminista e oscillante tra la finzione del teatro e la teatralità della realtà, l’artista si confronta con l’imperativo di perfezionismo, che all’interno della cultura pop diventa di per sé una icona su scala globale. Il tutto in un vortice di rispecchiamenti e deragliamenti, che investono l’identità e il genere: un’investigazione sulla libertà umana in una società che cerca di affibbiare delle forme, influenzando corpo, desideri, emozioni. Tyminski ci risucchia in una riflessione tutta fisica sul corpo in rapporto alle identità queer, tra maschile e femminile. Le musiche sono di Linda Scott, Vic Damon, RDJ2. Lo spettacolo è coprodotto da Foundation Burdag, Foundation C/U, Open Latitudes (Latitudes Contemporaines- Lille, Les Halles ‒ Bruxelles, L’Arsenic ‒ Lausanne, Le Manège-Mons/ Maison Folie, Festiwal Ciało/Umysł), con il sostegno del Programma Cultura dell’Unione Europea.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(29 ottobre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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