L’Arte vista da Emilio Campanella: Palazzi Vicentini

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Antonio Lòpez Garcìadi Emilio Campanella

A Vicenza un dicembre d’oro scuro, facendo una specie di parafrasi da un notorio titolo cinematografico; fatto sta che le festività natalizie all’insegna di Marco Goldin, e non solo, nell’elegante cittadina palladiana per eccellenza brilleranno di eventi artistici preziosi e colti. Oro scuro in omaggio alla mostra/monstre alla Basilica Palladiana, ma anche per lo schivo grande valore di Antonio Lòpez Garcìa presente con notevole rilievo a Palazzo Chiericati, nei cui sotterranei brillano in ombra altri quattro artisti.

Ma anche le luccicanze del nuovissimo Museo del Gioiello in Piazza dei Signori, senza dimenticare le esposizioni di Palazzo Thiene e di Palazzo Leoni Montanari, vanno ricordate.

In effetti per chi voglia c’è di che inzeppare un fine settimana senza un minuto libero! Antònio Lòpez Garcìa è un signore ormai avanti negli anni, pare, discreto, timido, serio, che coltiva amicizie pluridecennali e per lunghi anni dipinge alcune tele solo in certe ore ed in certe stagioni, con un effetto di studio della luce, particolarmente preciso. La sua personale, la prima in italia, da molti anni, come la monografia edita da Linea d’Ombra è la prima in assoluto in italiano, si potrà visitare fino all’8 marzo 2015.

Si divide in due parti: da una parte e dall’altra dell’ingresso del palazzo, un po’ una divisione temporale, ma anche tematica. IL SILENZIO DELLA REALTA’. LA REALTA’ DEL SILENZIO, il sottotitolo; le opere esposte, dipinti, disegni, sculture vanno dagli anni sessanta ad oggi ad esempio: LA GRAN VIA, 1° agosto ore 7,30 (2009/2014, lavoro non finito) e LA GRAN VIA 1°Agosto ore 19,15 (1990/2014, lavoro non finito) con quella tecnica legata alla luce ed al tempo cui accennavo sopra e FINESTRA DI NOTTE Ponente 2013/2014 (lavoro non finito) esposto egualmente per generosità, per così dire, e testimonianza di continuità professionale. Sono presenti doppi ritratti che traggono ispirazione dalla pittura romana, gli interni, gli oggetti, gli sfondamenti prospettici spaziali ed i paesaggi precisi ed affascinanti di cui ho accennato. Lo studio della figura,quelli di movimento, grafico, pittorico, tridimensionale, le teste di bimbi  in vari materiali, studi d’espressione di volumi in minimo, come in molto grande, dimostrato dai due grandi esempi esposti all’esterno di Palazzo Chiericati.

Nelle segrete, ch’erano in realtà cantine e cucine, quattro personali dedicate a: SILVIO LACASELLA, La notte e l’assenza, MATTEO MASSAGRANDE, Notti come piume, GIUSEPPE PUGLISI, La notte e la neve, PIERO ZUCCARO, La cattedrale e la notte.

Risaliti dai sotterranei consiglio un altro giro al piano terra per rigodere del lavoro di Antonio Lòpes Garcìa; poi si esce, ci si immette su Corso Palladio e poco dopo si arriva a Piazza dei Signori dove si possono incontrare TUTANKHAMON, CARAVAGGIO VAN, GOGH.

La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento, faraonica macchina espositiva partorita da Marco Goldin è ospitata nella Basilica Palladiana. Notti e nebbie, notturni e segreti, brume e tramonti si susseguono con ineffabile coraggio. Molti prestiti, secondo i pettegoli, sono stati facilitati dalla chiusura momentanea di certi musei. Vero è che se si spazia dall’Antico Regno Egiziano alla fine del Novecento; altrettanto si gira il mondo guardando ai musei prestatori. Peraltro ormai l’abbiamo capito, Goldin riuscirebbe a farsi prestare anche la Gioconda, se i francesi non temessero dei cavilli per la sua restituzione… A parte gli scherzi, questa capacità fascinatorio-organizzativo-affabulatoria è la sua cifra: si pensi che la presentazione alla stampa è durata oltre due ore, di sala in sala, di tela in tela, di tema in tema, di salto temporale in volo pindarico, traversando, facendo diagonali, rimandi collegamenti ARDITISSIMI di fronte ad un uditorio affascinato… Non tutto, certo, ma per una buona percentuale…

Che dire, è difficile dare un parere decisamente positivo, ma neppure negativo per una simile operazione che presenta una messe di opere eccelse ed alcune anche di Antonio Lòpez Garcìa: il suo DONNA ADDORMENTATA (IL SOGNO) del 1963, subito dopo la Sezione Egizia, si, perchè all’inizio si pensa ad un ordine cronologico, ma poi no, si saltabecca avanti ed indietro, fra provocazioni sornione e raffronti arditi.

Se consiglio questa mostra? Non saprei rispondere. Certo si vedono moltissime belle cose, anche bellissime. Può essere divertente, stimolante, ma anche molto irritante. Certo è che non lascia indifferenti, ed è già una bella qualità! La mastodontica pubblicazione relativa è ovviamente, pubblicata da Linea d’ombra.

Più discrete ed intime le due occasioni offerte da Palazzo Thiene, sede della Banca Popolare di Vicenza: L’OTTOCENTO E IL PRIMO NOVECENTO NELLA COLLEZIONE DELLA BANCA, una bella scelta di opere ordinate in quattro sezioni coerentemente cronologiche e tematiche senza contrasto fra queste scelte e con nomi di tutto rispetto, oltreché opere di notevole qualità ed in ottimo stato di conservazione. Nomi di rilievo in questo percorso: Alessandro Milesi, Teodoro Wolf Ferrari, Beppe e Guglielmo Ciardi, Natale Schiavoni, Vittorio (Matteo) Corcos, Umberto Brunelleschi, Luigi Nono, (Umberto) Primo Conti ed il suo magnifico IL NUOTATORE, Emilio Carlo Gaetano Burci, Galileo Chini, Ardengo Soffici, Mario Cavaglieri, Francesco Lojacono, fra gli altri.

Palazzo Leoni Montanari, altro gioiello come il precedente propone, invece una ricognizione intitolata: IL COLORE COME FORMA PLASTICA, Percorso attraverso una forma di astrazione. Esposizione monografica. Cantiere del ‘900. Opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo. I nomi sono anche: Carla Accardi, Rodolfo Aricò, Giacomo Balla, Elio Marchegiani, Mario Nigro, Piero Dorazio, Tancredi, Giulio Turcato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(19 dicembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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