30° TGLFF con l’inviato Gianfranco Maccaferri: “A escondidas”, amara contemporaneità

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TGLFF 2015 - 08 A escondidasdi Gianfranco Maccaferri  twitter@gfm1803

Una storia travolgente, troppo contemporanea e quindi amara, difficile da vedere con il giusto distacco. Il regista ti spinge sempre a percepire stati d’animo e pensieri dei due protagonisti.

Immigrazione, clandestinità, adolescenza, omosessualità da scoprire, piccola criminalità, violenza quotidiana… Ecco tutto questo è rappresentato in un film che racconta la storia di due ragazzi quattordicenni. È davvero tanto per essere correttamente percepito e capito, ma Mikel Rueda è bravo, davvero un regista che sa cosa vuole raccontare e anche il come.

Il legame che si stabilisce tra Rafa e Ibrahim, entrambi quattordicenni, si basa su un’invisibile ma profonda discriminazione che riguarda entrambi: Rafa sta capendo di essere gay e odia i suoi compagni di scuola, lo smaliziato Ibrahim è un marocchino entrato illegalmente in Spagna e dedito allo spaccio. Il secondo film dello spagnolo Mikel Rueda ricorda il cinema di Andrè Techiné e sa raccontare la prima adolescenza con fermezza e audacia. Ricca colonna sonora ispirata agli anni Ottanta e Novanta.

TGLFF 2015 - 07 A escondidas

Il regista Mikel Rueda parlando del film dice: “Sapevo bene quello che volevo raccontasse il film, ma volevo anche qualcosa di più, volevo che lo spettatore percepisse le stesse sensazioni di inquietudine e disorientamento dei due protagonisti. Ibrahim si trova in un Paese straniero che non conosce, ha paura dell’espulsione e cade nella rete di una banda criminale. Mentre è disperato e non sa cosa fare incontra un ragazzo che per la prima volta gli fa sentire cose completamente nuove. I due ragazzi non hanno modelli da seguire, non hanno conosciuto nessuno che abbia vissuto questa esperienza. Nemmeno Rafa che pure ha una famiglia e tanti amici. Si sentono completamente persi. Volevo che lo spettatore entrasse in questa situazione… Il titolo “A escondidas” ha più di un significato: sono nascosti anche perché sconosciuti i sentimenti tra Ibrahim e Rafa, come nascosta è la presenza degli immigrati, costretti a fare i lavori più umili ma relegati nell’oblio perché la società non li vuole e spesso li costringe ad agire fuori dalla legge.”

I giovani attori sono superbi. La colonna sonora forse è un po’ troppo invasiva, ripetitiva, spesso il suo esistere non è plasmato correttamente sul montaggio… ma queste sono piccole cose rispetto al contenuto davvero intenso del racconto.

La sensazione alla fine del film è che alcuni personaggi potenzialmente interessanti, non siano stati sufficientemente esplorati, cosa che aggiunge merito al regista ed alla cura posta nella creazione di ogni personaggio, anche quello che è poco più di una comparsa e regalando emozioni che colpiscono duramente il cuore di chiunque.

Il regista Mikel Rueda ha impiegato sette anni per la realizzazione di questo davvero bello ma difficilissimo film.

Non ho potuto che applaudire intensamente lungo tutti i titoli di coda.

TGLFF 2015 - 09 A escondidas

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(4 maggio 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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