#Biennale2015: Isole raccontate da Emilio Campanella

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Emilio Campanella Foto - 04di Emilio Campanella

In una pausa domenicale della canicola precoce di questa fine primavera, fra una tempesta e l’altra, ho compiuto un percorso fra le isole della laguna, contrassegnate da mostre della Biennale e non. Alla Giudecca, nell’ex cinema della chiesa del Redentore, accanto al capolavoro palladiano di cui consiglio una visita accurata anche alla sacrestia, la prima parte del padiglione della Republica Araba di Siria, una scelta di opere pittoriche ben esposte ed illuminate.

Più lontano, alla Casa del Tre Oci: FUTURE HISTOIRES (fino al 23 Agosto), che non ha a che fare con la Biennale, ma è egualmente imperdibile. Forse la più bella mostra organizzata in questo palazzo da V-A-C Foundation di Mosca. Due artisti: Mark Dion ed Arseny Zhilyaev. Tre piani tutti per loro, incrociando le loro ispirazioni, le loro suggestioni, i loro sogni, ed anche i loro incubi. Dion ci mostra la natura, la sua visione della natura, anche attraverso i ritrovamenti naturali e fittili della Laguna Veneta. Molti i suoi disegni zoologici e botanici anche inventati, come sognati sono gli atelier dell’ultimo piano dopo lo studio d’artista ricostruito( un altro!), e la wunderkammer dall’aura magica. Zhilyaev ricrea un suo museo personale intorno all’astronautica, ed al primo piano dà corpo ai suoi sogni in grande stile.

A S.Giorgio, ad una fermata di distanza: TOGETHER di Jaume Plensa. Due bellissime installazioni in chiesa e quattro teste marmoree accanto ad una serie di disegni, in due stanze poco lontano. Al centro della navata una grande mano metallica, benedicente, leggerissima, fatta di parole. Di fronte, una grande testa di bimbo, metallica anche questa, ma costituita da una rete di linee precisissime, e di rara suggestione. Opere silenziose e concentrative, emozionanti ed emotivamente coinvolgenti… ma poi, sono solo aggettivi,non mancate di vederle, piuttosto!

Arrivati a S.Zaccaria, si prende il battello numero 20 per scendere a S.Servolo dove nella bellezza dei prati e degli edifici restaurati è ospitata la seconda sezione del padiglione della Repubblica Araba di Siria, che completa il discorso appena visto alla Giudecca, con video ed installazioni di rara forza.

In un prato c’è una casina bianca, si entra e ci si trova di fronte uno schermo… Quando sono entrato io era spento. E’ il padiglione della Repubblica di Cuba, l’opera è: EL ARTISTA ENTRE LA INDIVIDUALIDAD Y EL CONTESTO, peccato che io sia rimasto affascinato solo dal titolo, siccome, mi ha detto la cortese guardasala, qualcuno aveva rubato la chiavetta con le immagini in video che avrebbero dovuto essere proiettate, come dire  che qualcuno ha sfregiato una tela, ha spezzato un dito ad una scultura, non è forse lo stesso? Che vergogna! Per fortuna la riproducibilità tecnica ci verrà in aiuto, meno male!!! Ma moralmente il concetto è il medesimo.

Oltre la delusione i battelli non sono frequentissimi,che è un bene, e c’è tutto il tempo per una visita, sotto la guida di una ragazza molto preparata, al MUSEO DEL MANICOMIO, un museo piccolo, ma estremamente denso di presenze, di volti, di sofferenza, di ingiustizia, di dolore, di violenza. Interessantissimo e sconvolgente: i poveri, i reietti, i malnutriti, i rifiutati dalle famiglie e dalla società, maltrattati, torturati, considerati alla stessa stregua dei carcerati, degli assassini, dei peggiori delinquenti, con gli stessi ceppi, le stesse catene, gli stessi orrendi strumenti di contenzione, quanta strada prima di Basaglia… E quanta strada ancora da fare!

Da qui a San Lazzaro degli Armeni sono pochi minuti di battello, per visitare il padiglione dell’Armenia… Un padiglione di aria, acqua, sole (quando c’é), suoni e voci, dedicato alla memoria del genocidio di cento anni or sono. Leone d’Oro di questa edizione della Biennale. Un battello diretto, porta ai Giardini, e di là, fra uno scroscio di pioggia e l’altro, alla terza volta, ho, finalmente, trovato aperto il padiglione della Repubblica di Belarus (solo sino al 14 settembre), una bella sorpresa, un progetto notevole: WAR WITNESS ARCHIVE. Nella piccola stanza di Riva S.Biagio, accanto al Museo Navale, si viene accolti da una ragazza carina, gentile, e che parla anche un buon italiano. Emilio Campanella Foto - 05

In poche parole spiega il progetto, e c’invita a consultare i cinque calssificatori che, divisi per tema, contengono foto della prima guerra mondiale, l’idea è di farne scegliere una e domandarne la ragione…

Maieutico!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(15 giugno 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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