29° Mix Festival Milano, giorno ultimo di proiezioni, premi e gioie

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Appropriate behaviour
Appropriate behaviour

di Gaiaitalia.com

 

Si inizia la giornata di chiusura della bella kermesse milanese alla Sala Grande (ore 19) con
APPROPRIATE BEHAVIOUR di Desiree Akhavan (USA 2014 / 86’). Pronti per incontrare la nuova Lena Dunham? Ironica, tagliente, strap-on fra gli effetti personali, fluida ed estrema nella sua bisessualità, indomita fra i giovani bar frequentati da ventenni hipster e dagli artistoidi di Brooklyn. Ecco qui Desiree Akhavan, bellezza iraniana già vista in qualche episodio di Girls, alle prese con le macerie della sua relazione con la “fallica” Maxine, le lezioni di cinema per i bambini dell’asilo ma soprattutto con la volontà di trovare un Appropriate Behavior fra le sue variopinte inclinazioni e il rispetto delle tradizioni che le impone la famiglia d’origine. Con auto-ironia sopraffina, segnatevi la scena della prova-reggiseno, e un’analisi di fine relazione a ritroso, che ricorda il Woody Allen di Io e Annie, Desiree Akhavan ha commosso e divertito il pubblico del Sundance con un film dolente ma mai pessimista, capace di superare i limiti del genere e del racconto di gioventù per raccontarci, fra lacrime e risate, il caos di una generazione.

Estrellas Solitaria
Estrellas Solitarias

Dalle 20.30 alla Sala Grande il messicano ESTRELLAS SOLITARIAS di Fernando Urdapilleta (Mexico 2015 / 90’) una sorta di Eva contro Eva fra drag-queen messicane girato con dolcezza, impegno e tanta ironia da Fernando Urdapilleta. Dimenticate per un istante Ru Paul’s Drag Race per immergervi nelle vite di Valentina e Joana, due coinquiline alla ricerca della felicità fra le luci e lo squallore di un cabaret club. Valentina sogna di diventare la primadonna assoluta dello show, gestito dal violento e infantile Munacao, e lotta contro la nuova preferita del boss, con la complicità di una vecchia star del pop famosa per la cover di Non voglio mica la luna di Fiordaliso. Joana, scappata da un padre manesco e omofobo, desidera indossare un super abito fucsia ed esibirsi anche lei nel locale, nonostante qualche chiletto di troppo, e smettere di farsi ricattare da Munacao. Alleanze imprevedibili e canzoni punk a tutto volume.

Elephant Song
Elephant Song

Infine alle 22.15, Sala Grande, arriva il momento di ELEPHANT SONG di Charles Binamé (Canada 2014 / 110’). Alcuni nomi: Xavier Dolan (acclamato regista di Mommy), Bruce Greenwood (Star Trek), Carrie-Anne Moss (la mai dimenticata Trinity della trilogia di Matrix) e Carherine Keener (Into the Wild) fanno di Elephant Song un film da non perdere. Ma c’è molto di più. Molto di più. Tratto da una piéce di Nicolas Billon, Elephant Song (applaudito al Festival Internazionale dei Film di Toronto) è un vero puzzle in cui tutti hanno qualcosa da nascondere, un perfetto congegno narrativo fitto di mistero e di tensione e impreziosito da una scrittura tagliente e affilata come un coltello. Che fine ha fatto il dottor Lawrence? È quello che il navigato psichiatra David Green sta cercando di scoprire interrogando Michael, giovane paziente del dottor Lawrence che sostiene di aver ucciso la propria madre e pensa di essere in possesso di preziose informazioni in grado di far luce sulla scomparsa del suo terapeuta. Nonostante gli avvertimenti dell’infermiera Susan, David cadrà però ben presto vittima di un diabolico mind game elaborato dal geniale Michael.Presentato in collaborazione con la Delegazione del Québec a Roma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(6 luglio 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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