Con la consueta elegante semplicità, ed esauriente, sintetica professionalità, Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini ha presentato il 18 settembre le nuove proposte espositive della Galleria di Palazzo Cini a Venezia. Giusto due giorni prima, nella stessa sede, era stato presentato e definito il DORSODURO MUSEUM MILE, il miglio dei musei di Dorsoduro, nome del Sestiere ove sono ubicate le Gallerie dell’Accademia, Palazzo Cini, la Collezione Guggenheim di Palazzo Venier dei Leoni, e la Punta della Dogana. Una collaborazione fra le quattro istituzioni ed un percorso stimolante per appassionati e turisti.
A Palazzo Cini, dal 19 settembre, e sino al 15 novembre, in occasione del cinquecentenario della nascita di Daniele Barbaro, letterato, filosofo, scienziato, umanista, vengono esposti due ritratti, uno giovanile di Tiziano che lo ritrasse sulla trentina, di tre quarti, l’espressione introspettiva dello studioso (1545 c.a), dal Museo del Prado; l’altro in età avanzata (1560-61) di Paolo Veronese, dal Rijksmuseum di Amsterdam, in abito ecclesiastico (fu Patriarca di Aquileia dal 1550). I due ritratti sono esposti per la prima volta insieme.
Al centro della sala, volumi e pubblicazioni legate ai suoi studi, come I DIECI LIBRI DELL’ARCHITETTURA, commentati e tradotti da Monsignor Barbaro eletto Patriarca di Aquileggia, edito da Francesco Marcolini nel 1556 con i “sottilissimi e vaghi disegni” del Palladio.
Nelle sale “attorno”, una squisita scelta di disegni settecenteschi, a far da cornice al CAPRICCIO ARCHITETTONICO CON PORTICO di Francesco Guardi, del 1760, dal Museo Jacquemart André di Parigi. Uno scambio di “cortesie”, siccome il DOPPIO RITRATTO CON AMICI di Pontormo, della Galleria, è in prestito in quel museo in occasione della mostra: FLORENCE, PORTRAITS ‘A LA COUR DES MéDICIS. I disegni veneti settecenteschi esposti sono della Fondazione Giorgio Cini.
Una stanza è dedicata ai Tiepolo: Giambattista e Giandomenico. Gli altri nomi sono: Guardi, Canaletto, Zais, Bison, Dorigny, Pellegrini, Piazzetta, Piranesi, Diziani, Pittoni, della Rosa, ed un’accurata scelta di caricature di Antonio Maria Zanetti il vecchio, godibilissimi.
Torno indietro, a Giandomenico Tiepolo ed alla sua METAMORFOSI DI ATTEONE, mm 154 per 142; penna, inchiostro bruno e acquerello, carta bianca. Un assoluto capolavoro: la faretra abbandonata in primo piano, il cacciatore spinto indietro dall’impeto del suo cane, che già non lo riconosce più… Atteone ha già la testa di cervo (e non lo sa!) su un corpo ancora umano, come certe divinità egizie o del vicino oriente. Il suo sguardo ancora affettuoso ed incredulo, le braccia a tentar di a trattenere il cane amatissimo, pronto a sbranarlo. La dinamica e le linee diagonali delle due figure, sono straordinarie.
Anche questi magnifici disegni, si potranno visitare sino al 15 novembre prossimo.
(19 settembre 2015)
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