Il Serraglio delle Meraviglie: Il mosaico romano di Lod alla Fondazione Giorgio Cini così è stato tradotto il titolo della unica, anche perchè incentrata su un pezzo unico, mostra: A Menagerie of Wonders, che ha come protagonista un mosaico romano tardo antico ritrovato in Israele e visitabile all’Isola di S. Giorgio Maggiore a Venezia, sino al 10 Gennaio 2016. Rinvenuto nel 1996 a Lod, città a pochi chilometri da Gerusalemme e Tel Aviv, ed i cui scavi sono proseguiti nel 2009 e nel 2014, proviene da una domus datata fra la fine del III e l’inizio del IV sec. dopo Cristo. Unica tappa italiana di un tour internazionale che ha toccato New York( Metropolitan Museum of Art), Parigi (Louvre), Berlino (Altes Museum) Waddesdon Manor (Regno Unito), Pietroburgo (Ermitage), e che si concluderà a Miami (U.S.A.), dove sarà dall’ 11 Febbraio al 15 Marzo 2016, nel contesto della mostra: Patricia and Philip Frost Art Museum in the Florida International University, questo capolavoro d’arte musiva dagli smaglianti colori, tornerà nel suo paese dove nel 2017 è prevista l’apertura del Lod Mosaic Archaeological Center che lo accoglierà e dove verrà ricollocato nella sua sede originaria: nel triclinium, e dove tutti i magnifici animali rappresentati si ritroveranno a casa, insieme con quelli che sono rimasti ad attenderli, raccontando le avventure, i paesi attraversati e riposandosi dalle fatiche di un lungo viaggio.
La Fondazione Cini, con i suoi curatori ha scelto un salone del Convitto, lo ha posto al centro, sotto luci morbide ed efficaci, ed ha attorniato il magnifico pavimento di pannelli informativi riguardanti l’arte musiva, il luogo e l’importanza dell’edificio di cui fa parte, ma non solo: si possono vedere anche tre grandi frammenti della base sottostante la pavimentazione decorata che riportano quella ch’è una vera e propria sinopia, ma anche l’impronta di un piede, di un sandalo, di una mano di chi ha lavorato molti secoli fa, alla realizzazione di quest’opera. Sulla terza parete una mostra fotografica tematica proveniente dalla Fototeca Cini, ed a conclusione due video: Il Mosaico Pavimentale nell’Area Mediterranea: alcuni confronti e Il Mosaico Pavimentale nell’Area Alto-Adriatica: un Viaggio Virtuale. Lo splendore del grande pavimento realizzato anche con tessere di pastre vitree e lamine auree è di una varietà, di una qualità compositiva e di una fantasia grandissime, pur essendo affrontati temi iconografici tipici dell’epoca e presenti in molti lavori coevi, come precedenti e successivi.
Colpisce l’eleganza delle sfumature cromatiche delle cornici, delle divisioni fra un riquadro e l’altro, come in un grande tappeto.Interessante notare come ogni animale rappresentato sia credibile: leoni, tigri, elefanti, prova che gli artisti li conoscevano, non come in casi, soprattutto più tardi, in cui le rappresentazioni sono, il più delle volte, di fantasia. La pavimentazione che abbiamo sotto gli occhi è divisa in tre sezioni: una centrale. ottagonale, una laterale divisa in esagoni, e la terza, all’estremo opposto con uno straordinario repertorio ittico di grandissima fantasia in mezzo al quale navigano due navicelle disabitate. Ultima notazione riguarda il modo di rappresentare gli animali, anche in situazioni drammatiche tipiche, come di aggressioni mortali, con sangue sparso, ma sguardi quasi comici o come di gioco. Non mancano ceste di pesci, una chioccia con i pulcini, conigli, delfini, pavoni… la cui presenza è sempre motivata da precise simbologie.
(11 ottobre 2015)
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