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L’Arte vista da Emilio Campanella: a Ca’ Rezzonico il Bollettino dei Musei Civici Veneziani

Venezia Ca' Rezzonicodi Emilio Campanella

 

 

 

 

 

 

Il 26 Novembre alle 17,30, nel Salone da Ballo di Ca’ Rezzonico, è stato presentato il Bollettino dei Musei Civici Veneziani, relativo alle annate 2014/2015, dedicato a Filippo Pedrocco. Uscito l’estate scorsa (ne avevo già parlato, ma torno sull’argomento), l’occasione di Ca’ Rezzonico è servita a ricordare lo studioso prematuramente scomparso.

 

Alla serata, introdotta dal Direttore di Palazzo Ducale (come dire, la nave ammiraglia dei Musei Civici Veneziani, l’edifico più visitato di tutto l’insieme museale),  ha partecièpato con un interessante intervento Alberto Craievic, attuale direttore del Museo del Settecento Veneziano di Ca’ Rezzonico, (di cui Pedrocco era stato a lungo il direttore che lo aveva valorizzato, rivalutano, ne aveva rinnovato l’impulso e lo aveva nuovamente messo sotto i riflettori dell’attenzione del pubblico, come degli studiosi), cui si deve l’interessante mostra: I PISANI MORETTA, Storia e Collezionismo.

Puntuale esposizione di materiali eterogenei, tutti molto belli, dai vetri alle porcellane, alle arti applicate, ai dipinti, corredata da un ottimo catalogo autoedito, intorno ai rapporti di questa influentissima famiglia, con la città la sua amministrazione e la sua cultura, e che si può ancora visitare sino all’11 Gennaio 2016.

 

Cristina Crisafulli, responsabile editoriale e coautrice, ha snoccilato l’elenco degli interventi stampati nel volume pubblicato da Marsilio. Ha tratto le conclusioni, la direttrice, Gabriella Belli, che ha esortato molti dei presenti ad esternare i sentimenti legati alle loro esperienze professionali ed umane con Filippo Pedrocco, persona non solo di grande spessore intellettuale, ma di sensibilità umana notevole, oltrechè di grande spirito ed umorismo… e queste sono le cose che restano di chi si è stimato, con il quale si è lavorato, che si è amato, come con semplicità comunicano le parole della vedova e della figlia, che ha curato la bibliografia del padre riportata nel volume.

Un momento di grande coinvolgimento per tutti i presenti, e maggiormente  per chi non si è sentito di intervenire; e quelli che l’hanno fatto avevano tutti la voce rotta dalla commozione. Episodio di grande calore umano che ha coinvolto anche chi non lo abbia conosciuto se non come stimabile e colto esperto d’arte.

 

Succede quando si muore a 64 anni lasciando un ricordo vivo ed il rimpianto per tutto ciò che avrebbe potuto seguire e che era nelle intenzioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(30 novembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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