di Emilio Campanella
Dopo alcune esitazioni, qualche ripensamento, una vacanza genovese in cui ho visto tre belle mostre a Palazzo Ducale, di cui parlerò più avanti, rientrato, sono tornato a vedere con calma (una calma controllata, siccome entrato alle sedici e chiudendo il museo alle diciassette!) la bella mostra: SPLENDORI DEL RINASCIMENTO A VENEZIA, SCHIAVONE, TRA PARMIGIANINO, TINTORETTO E TIZIANO, presentata alla stampa, fra disorganizzazioni e tensioni il 27 novembre scorso, e che rimarrà aperta al pubblico, al Museo Correr di Venezia, sino al 10 Aprile 2016.
Su Andrea Meldola, detto LO SCHIAVONE, nato a Zara, nelle terre dei possedimenti veneziani dell’altra sponda dell’alto Adriatico non era ancora mai stata fatta una mostra, nonostante l’interesse del personaggio e la presenza di opere in tutto il mondo. Il finalmente del titolo scelto, è anche per questo motivo, e pare che i prestatori dei musei d’Europa ed Oltreoceano, abbiano accolto con entusiasmo un’idea che pare fosse attesa da molto tempo ed abbiano concesso il prestito delle opere senza alcuna difficoltà. Cosa rara! Peraltro in anni in cui con le esposizioni spesso si rischia di raschiare il barile, un’occasione simile come lo era stata quella di Palma il Vecchio a Bergamo in primavera, sono veramente ghiotte, mi si passi l’aggettivo conviviale adatto a dicembre.
Del comitato scientifico fa parte, come presidente onorario, Francis L.Richardson, autore di un importante saggio pubblicato ad Oxford nel 1980. La cura è di Enrico Maria dal Pozzolo e Lionello Puppi. Scientificamente molto accurata e pensata, ha occupato tre anni per la preparazione: allestita con gusto sobrio, ed illuminata con qualche imperfezione, consta di quattordici sezioni corrispondenti alle altrettante sale che ne compongono il percorso. Ricchissima di opere del dedicatario della manifestazione e con importanti presenze di contemporanei, come già dal titolo, rivela l’importanza di un artista sempre visto di sfuggita, insieme ed all’ombra dei nomi più noti della sua epoca. Un destino strano il suo, “adottato” a Venezia, stimatissimo dai colleghi anche grandissimi e notissimi, ma un po’ snobbato dalla critica del tempo… Destino che si è trascinato dietro sino ad oggi.
E dire che era considerato un po’ come un pupillo da Tintoretto, che la potentissima triade Aretino, Sansovino, Tiziano, lo stimava quale grandissimo pittore, ma tant’è. Si è arrivati ad oggi perché potesse avere infine l’importante riconoscimento che gli era dovuto.
La mostra è densa di opere provenienti da tutta Europa e dagli Stati Uniti, come dicevo, e oltre ai molti dipinti, offre un’amplissima scelta di soggetti incisi e di disegni in cui Andrea Meldola eccelleva particolarmente, e consiglio di guardare con molta attenzione, da vicino, la qualità del segno, le suggestioni create, i gruppi di soggetti, l’equilibrio delle figure in movimento; tutto questo si ritrova nelle atmosfere sospese dei dipinti.
Il ponderoso catalogo è pubblicato da 24Ore Cultura, insieme con i Musei Civici Veneziani.
(15 dicembre 2015)
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