di G. T.
Giacomo Manzù, scultore bergamasco morto a Roma nel 1991, per molto tempo dedicò la sua attenzione scultorea agli “Amanti”, ritraendoli in molte opere e creando una simbiosi con il bronzo unica riuscendo a rendere armoniose e allo stesso tempo plastiche le danze, gli abbracci infiniti dei protagonisti, restituendo, grazie al bronzo, leggerezza e sinuosità.
L’intreccio degli abbracci subì diverse mutazioni, in parallelo al liberarsi da parte dell’artista di canoni rigidi, cattolici, di un classicismo severo e austero che impediva il volo alle sue opere. Due gli esempi in mostra degli “Amanti”: la prima del 1968 , versione in cui gli amanti sono totalmente vestiti da mantelli, che il bronzo sapientemente lavorato abbraccia e esaspera il movimento e il calore del gesto; il secondo del 1973 in cui le vesti sono sopra al ginocchio.
Nella rassegna londinese, il percorso delle opere si snoda tra gli anni’50 e gli anni’80. Del 1988 è l’opera “Tebe su una sedia”, che immortala una fanciulla completamente nuda sdraiata su una poltrona, opera che libera totalmente il Manzù da canoni rigidi e permette la sua massima espressione.
Diversi sono i bassorilievi, le opere in legno e i disegni su carta presenti nell’esposizione, che danno una visione completa dell’artista e del suo tempo.
In tutto cinquanta le opere tridimensionali e altrettanti disegni e bozzetti su carta.
Giacomo Manzù, sculptor and draughtsman
Londra, Estorick collection of modern italian art
39A Canonbury Square
www.estorickcollection.com
fino al 3 aprile