di Emilio Campanella
Fino al 13 marzo, a Bologna, a Palazzo Fava, Palazzo delle Esposizioni: GUIDO RENI E I CARRACCI, UN ATTESO RITORNO, Capolavori bolognesi dai Musei Capitolini. Dopo due stagioni di mostre divistiche, il bolognese Palazzo Fava, bellissimo edificio sontuosamente affrescato da Agostino, Annibale e Ludovico Carracci, ospita un’esposizione “piccola” di sole trenta opere, che sono disposte nelle sale del primo piano: tele di grande bellezza attraverso le quali si inizia a si svolge un discorso attorno alla costituzione delle collezioni dei Musei Capitolini e gli orientamenti che hanno portato a determinate scelte.
Se i nomi citati nel titolo della mostra sono di grande richiamo, non meno importanti sono i quadri scelti, appartenenti ad altri maestri; sono due opere di Annibale e cinque di Ludovico Carracci e dieci di Guido Reni. Se una mostra di poche opere, ma non pochissime, è maggiormente fruibile e stimola una visita maggiormente pacata e concentrativa, dispiace e molto che per illuminare i quadri esposti, si siano orientati diversamente i faretti, a discapito degli affreschi, così che certi cicli risultino di difficile fruizione e, se opere note, sia deludente non poterne godere appieno, conoscendone, appunto, qualità e valore.
Altrinomiimportatisonopresenti: Prospero Fontana, Sisto Badalocchi( Badalocchio) con la suabellissimaMADONNA CON BAMBINO, opera da sempre ammirata per l’affettuosa umanità piena di tenero trasporto con cui l’infante abbraccia la madre. L’elegantissima SIBILLA CUMANA di Domenichino (Domenico Zampieri) L’indimenticabile, possente, urlante, POLIFEMO di Guido Reni, non è certo da tralasciare, come il RATTO D’EUROPA di Giovanni Andrea Sirani, in cui la fanciulla elegantemente abbigliata di tenui colori, sognante, guarda il cielo, abbracciata al suo bellissimo toro che la porta in un altrove divino-ma che avrà esiti anche tragici- attraverso il mare. Suo anche AMORE CHE RECIDE LE ROSE, quadro solo apparentemente idilliaco, ma dall’impianto e dalla resa subliminalmente molto drammatica.
In chiusura la GIUDITTA di Carlo Maria Maratti( Maratta), opera teatralmente e luministicamente perfetta. Dimenticavo la NASCITA DELLA VERGINE di Francesco Albani, che intorno ad una bambina speciale, costruisce una gran macchina architettonica ed un movimento di figure che salgono e scendono le scale, angeli festosi in alto, persone agitate e sorridenti in basso, mentre la piccola si guarda intorno molto vispa e sicuramente simpatica già da piccina.
Il catalogo è edito da Bononia University Press.
(2 febbraio 2016)
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