Sonia Biacchi, Architetture per i Corpi

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Sonia Biacchi Architetture per i Corpi 00di Emilio Campanella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Venerdi 26 febbraio, alla Scuola dei Calegheri, in campo S.Tomà, a Venezia, è stato presentato il volume: Sonia Biacchi, Architetture per i Corpi, edito da Marsilio. Curato da Enzo Gardenghi, si avvale dei testi di Ivana D’Agostino (Sonia Biacchi, l’astrazione della forma) cui si deve la bella presentazione alla presenza dell’artista dedicataria del lavoro, Cecilia Cecchini( tessuti tecnici, plissettature, e stecche di balena: la costruzione delle forme danzanti), e di una intervista di Leda Vizzini.

Corredato di un ampio apporto iconografico il libro include anche i testi tradotti in inglese. L’ampia ed agile prolusione della professoressa D’Agostino ha inserito il lavoro di ben oltre tre decenni, di Sonia Biacchi, in un ampio contesto storico artistico, a partire dalle avanguardie del secolo scorso, sino ad arrivare alle ardite e personalissime invenzioni ed esperienze ancora in corso. Iniziando con le animazioni per i bambini, nei campi veneziani di zone anche disagiate, negli anni settanta cominciò il suo percorso di ricerca che approdò appunto alla creazione del Centro Teatrale di Ricerca , la fascinazione del mondo di Oskar Schlemmer, l’ideale ricostruzione del mitico Balletto Triadico e dei suoi costumi, di là, dunque da un trampolino Bauhaus, possiamo dire facendo non so se un volo pindarico, o, piuttosto un salto mortale elegante e leggero, Sonia Biacchi, fra le tre sedi del suo teatro: l’ex Chiesa di S.Lorenzo, gli ex Cantieri Navali della Giudecca, l’ex Convento di S.Cosma e Damiano, sempre alla Giudecca- quella attuale- ha inventato ed esperimentato instancabilmente, forme per lo spazio teatrale e non, anche molto per le gallerie d’arte e gli spazi espositivi,facendo si che tre ex luoghi divenissero delle realtà artistiche vive e vitali, vivaci e metamorfiche, talvolta anche sornione e spiritose.

Ha lavorato con star internazionali come Gheorghe Jancu e Pier Paolo Koss giungendo a creare forme e sculture mobili, leggerissime e proteiformi per personalità come quella di Atsushi Takenouchi. Il suo spattacolo mosaico: Synthesis, si è avvalso di differenti edizioni e delle coreografie di Patricia Brouilly, di Caterina Sagna, di Gheorghe Jancu. Contemporaneamente il lavoro di teatro di figura, grande amore di Sonia Biacchi, cui ha dedicato invenzione e fantasia, follia a diverimento , partendo dai suoi amori artistici, e portando sulla scena il mondo onirico di Odilon Redon (Presenze, 1988), e pure i Memoires di Carlo Goldoni, nel 1993 in occasione del bicentenario , con una disinvoltura poliedrica tipica del suo carattere. Intrecciato a tutto questo lavoro creativo, i Festival Internazionali di Teatro di Figura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(15 marzo 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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