di Emilio Campanella
Per sei mesi, fino al 15 novembre, la Fondazione Cini di Venezia riapre le sale di Palazzo Cini a S.Vio con una nuova ed importantissima esposizione di opere provenienti dalla collezione di Vittorio Cini: Capolavori ritrovati, della Collezione di Vittorio Cini. Si tratta di una trentina di opere mai viste raggruppate ed alcune (come il Tiziano), mai viste. Sono opere di maestri veneziani, dal ‘300 al ‘700, organicamente divise nelle differenti sale del secondo piano dell’edificio.
L’accuratissimo allestimento, l’illuminazione sorvegliatissima contribuiscono ad una ottima fruizione visiva delle opere, che in sale non troppo grandi si possono vedere anche da molto vicino, con grande emozione. Il salone centrale ha esposti su un tavolo tre grandi album di disegni di Giovanni Antonio Guardi con trentasette rappresentazioni di Fasti Veneziani; alle pareti affrontantisi, due tele di Antonio Canal, detto Canaletto: Veduta ideata con rovine romane in riva al mare e Veduta ideata con ruderi romani, medievali e architettura rinascimentale, di grande bellezza e malinconia.
Nella piccola sala adiacente: Cibele, Vulcano e Nettuno, tele sagomate realizzate da Antonio Guardi per il soffitto di un ambiente del palazzo veneziano dei Zulian. Oltre alla bellezza delle opere, la felicità di poterle godere grazie ad una visione così ravvicinata, cosa che un soffitto, come si sa, generalmente, non permette.
Dopo la sala del Trecento e del primo Quattrocento, con opere da Guglielmo Veneziano a Nicolò di Pietro, ecco introdurre il Rinascimento, la Madonna Speyer di Carlo Crivelli; successivamente, l’importantissima Madonna con il bambino e i Santi Francesco e Giovanni Battista, di Bartolomeo Montagna, che ha comunque gran bisogno di restauro, o per lo meno, di pulitura.
Concludo queste note, temo molto imprecise dato che la cartella stampa che ho a disposizione è gravemente incompleta ed il piccolo catalogo Marsilio non è stato distribuito, con la sala rinascimentale e il Tiziano cui accennavo sopra: San Giorgio, tela frammenteria e d’interpretazione controversa quanto dalla storia d’attribuzione molto accidentata, e comunque interessantissima; il magnifico piccolo Ritratto di Giovane di Bernardino Licinio; sempre suo il Ritratto Virile ed un bel Lorenzo Lotto: Ritratto di gentiluomo (Fioravane Avogadro degli Azzoni?).
Nei prossimi mesi, quando tutte le esposizioni di Primavera/Estate saranno aperte, questa dovrà essere una tappa obbligata per chi ami l’arte antica.
(11 aprile 2016)
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