Venezia, “Scoprire” Tiziano. L’Arte vista da Emilio Campanella

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Venezia - Tizianodi Emilio Campanella

 

 

 

 

 

 

 

 

SCOPRIRE TIZIANO, alla Pinacoteca Manfrediniana di Venezia, l’esposizione di una inedita versione della Deposizione di Gesù nel sepolcro, accompagnata dalla pubblicazione di: Tiziano, indagini sulla pittura edito da Etgraphiae di Roma. L’occasione della tela inedita, visibile fino al 2 luglio, si affianca alla visita di una preziosa pinacoteca che pochi conoscono ed alle opere di Tiziano presenti tanto nella Basilica della Salute come nella Sacrestia. E fino all’11 Maggio un ciclo di conferenze su temi tizianeschi.

Essendo l’ingresso del Seminario Patriarcale sul Campo della Salute, questa manifestazione rientrerà naturalmente nel Museum Mile, il Miglio dell’Arte, dalla Punta della Dogana, il Seminario, la Collezione Guggenheim, Palazzo Cini e le Gallerie dell’Accademia. Responsabile della coraggiosa iniziativa è Andrea Donati, che dopo lunghe ricerche, aver fatto studiare fotograficamente la tela a Parigi, ed averla fatta restaurare in Italia, la presenta e la racconta nel volume citato di cui è autore. Un detective dell’arte, dunque, simpatico ed appassionato, dall’eloquio coinvolgente e dalla scrittura colta ed intrigante.

Il libro presentato, ampiamente documentato, anche iconograficamente, si compone di quattro saggi intorno a temi ricorrenti, differenti versioni e trasformazioni nel tempo dei temi stessi affrontati in gioventù e rielaborati, per così dire, e ripensati nella grande maturità del pittore. Le quattro sezioni dell’opera sono quindi: La deposizione di Gesù al sepolcro, Il tributo della moneta, Giuditta e Salomè, I ritratti Acquaviva d’Aragona. Naturalmente, siccome la “scoperta” è quella della tela esposta, sarà la sua storia che grazie alla pazienza del Professor Donati tempestato di domande, cercherò di raccontare nella sua avvincente complessità.

Il fiuto dello studioso lo aveva portato sulle tracce di un’opera tizianesca non nota, presente a Parigi, e conosciuta da studiosi locali che lo accompagnarono a vedere la tela appartenente ad una collezione privata. Vistala, rimanendone colpito, nonostante lo stato di grande degrado, venne deciso di fare delle analisi fotografiche che sotto una pesantissima patina di vernici, rivelarono un impianto corrispondente alle deposizioni del Prado ed a quella dell’Ambrosiana di Milano. A quel punto iniziarono i tre anni di studi e di ricerche per appurare se si trattasse di un’opera del maestro, e del suo percorso nei secoli, prima di arrivare fino a noi come la vediamo oggi, dopo un accurato restauro. Si sa che alcune opere ebbero grandissimo successo e vennero molto richieste da differenti committenti, come si sa che nei lunghi viaggi alcune andarono perdute, e questo si desume dalla corrispondenza di Tiziano con Filippo II, destinatario proprio dell’opera in questione, e due delle cui versioni sono a Madrid, ma altre, andarono perdute.

Il porto di arrivo da Venezia era Cartagena, e anche il quadro ritrovato potrebbe essere proprio passato di là, forse acquistato da un pittore spagnolo (Jerónimo Sánchez Coello), anche allievo di Tiziano, che aveva alcune opere del maestro nella propria collezione, a Siviglia; della presenza di una deposizione incompiuta tizianesca parla, più tardi, Luis Tristan, allievo di El Greco. A questo punto entra in scena, possiamo dire, l’importante famiglia italo ispanica che si trasferì nel nuovo mondo, in Perù, dove peraltro ebbe un importantissimo ruolo nella storia di quel paese, nel ‘700, e da cui mantenne sempre stretti rapporti con la Spagna. Il quadro rimase sempre proprietà dei De la Riva Aguero che si unirono ad un ramo Della Rovere nel 1735…

Passati i secoli a Parigi si teneva un Tiziano in biblioteca, dove Andrea Donati lo ritrovò.

Questa, per sommi capi, l’avventurosa ed appassionante vicenda che riguarda un tema molto dibattuto e studiato, quello degli originali multipli, come li definiscono gli studiosi, una teoria ribadita proprio dal Professor Paul Joannides (Università di Cambridge), presente a Venezia il 14 aprile, nella sede che ospita il quadro, in occasione della sua conferenza: Titian’s paintings of Danae, e che pare sia rimasto, come altri, molto positivamente impressionato alla vista dell’opera.

Concludendo, dopo secoli e le tappe dallo studio di Tiziano alla Spagna, dal Perù alla Francia, questa Deposizione di Gesù nel sepolcro, torna a Venezia, ed è una fortunata occasione per vederla.

Consiglio caldamente il volume citato, accessibile non solo agli studiosi, ma anche agli appassionati, per la sua colta e “facile” fruizione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(26 aprile 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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