L’Arte (e non solo quella) a Bologna vista da Emilio Campanella: Hopper, Lumière e sorprese

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Hopper 00di Emilio Campanella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una giornata a Bologna può essere ricca e densa di avvenimenti, in qualunque stagione, data l’ampia offerta di stimoli che questa antica, ed a suo modo, molto accogliente città, offre. In Estate si è immersi in un’atmosfera calda e sensuale camminando pigramente per le sue strade, sotto i suoi portici; in Inverno si sgambetta velocemente spostandosi senza lentezze ed esitazioni nell’aria frizzante, stimolante e nel contrasto di luci, festose, sempre calde ed accoglienti. Sabato 25 giugno faceva un caldo notevole, di quelli giunti al’improvviso da due giorni, dopo molte settimane di temperature medie e frequenti piogge. Sceso dal treno mi sono avviato per via Indipendenza ed ho raggiunto Palazzo Fava, già definito precedentemente, contenitore di mostre molto commerciali. In questo caso il giudizio si riconferma, siccome la mostra su Edward Hopper, può essere definita un po’ una specie di elegante macchina per turisti colti.

Non mi ero lasciato tentare dal vernissage (l’esposizione è aperta al pubblico dal 25 marzo scorso, e lo sarà sino al 26 luglio ) siccome avevo avuto la netta impressione che fosse un’emanazione di quella, già non particolarmente memorabil,e tenutasi a Milano, Roma e Losanna fra il 2009 ed il 2010, ed infatti è così, con la differenza di essere molto più contenuta, e per spazi meno ampi, con lo stesso andamento cronologico a sezioni un po’ secche e sintetiche: un po’ di Parigi, un po’ di disegni, un po’ di grafica, un po’ di erotismo, un po’ di case, un po’ di fari, ed ecco un bel prodottino da esportazione nello stile ARTHEMISIA (che ha pure la mostra su Barbie a Palazzo Albergati, ma anche quella memorabile ed imperdibile – quella sì –  sull’Egitto, al Museo Archeologico).

Mostra più onesta, per certi versi, questa hopperiano felsinea, siccome non propone serie di disegni preparatori di tele famose senza esporle, ma solo un bel disegnino intorno a Gas.. .che comunque non c’è, ovviamente. L’ultima notazione riguarda il contrasto fra Hopper ed i Carracci… che non si parlano, non si guardano, non si salutano proprio… e che molto pubblico ignaro…ignora.

Quattro passi o poco più ed ho raggiunto il Sottopasso di Piazza Re Enzo dove, da quel giorno, e sino al 22 gennaio 2017, ci si può inoltrare in un labirinto di corridoi in penombra e scoprire: Lumière! L’invenzione del Cinematografo, importante esposizione ideata dall’Istitut Lumière de Lyon, realizzata a Bologna in prima nazionale, in collaborazione con il Museo del Cinema di Torino e la Cinémathèque Royale de Belgique. Si parte da prima dei due geniali fratelli e ci si ferma un po’ più avanti, anche con le meravigliose follie di George Méliès, fra gli altri pionieri. Le Vues d’optique, dunque, certe lanterne magiche perfezionate, discendenti dei “mondi nuovi” già celebrati da Tiepolo, il giocattolo solipsistico di Edison, ed invece l’ampio respiro popolare del Cinématographe.

Molte macchine ottiche affascinanti provenienti dai vari musei ed interi corridoi di immagini in movimento (integralmente il repertorio dei Lumière), ma anche molto altro da molti paesi del mondo fra cui non mancano antiche riprese della città ospite. Si può fare un giro curiosando e saltabecando da una vetrina all’altra, da uno schermo all’altro, e si può avere anche una buona impressione generale, ma si possono trascorrere anche ore, in questi affascinanti sotterranei ricchi di immagini ed evocazioni di un mondo che può sembrare molto lontano, ma risale a poco più di un secolo fa. Impagabili le foto di famiglia, già a smaglianti colori, i “filmetti amatoriali” dei Lumière che sono già ben altro e molto più, ben inoltrati sulla strada di creare dei generi, delle situazioni, delle sorprese, degli effetti, del vero suspence in nuce.

Risalito in superficie e ritornato nel XXI secolo, mi sono avviato di nuovo, lentamente e pigramente, data la temperatura, lungo via Indipendenza, e mi sono fermato alla “bottega del corso.com”, un simpatico locale dove si può acquistare ottima pasta fresca, ma anche consumarla cucinata da un appetitosissimo orso: tortelloni al burro e salvia, in questo caso.

Un buon caffè, e dopo aver sfogliato il magnifico catalogo de IL CINEMA RITROVATO, XXX edizione, inaugurata in quelle ore, mi sono portato accanto alla Cineteca di Bologna, siccome proprio vicino, al Cassero della Salara c’era la concentrazione e di là sarebbe partito il corteo del Bologna Pride 2016. Emilio Campanella BolognaSono sempre in anticipo, per cui me ne sono stato un po’ tranquillo, ripensando alle cose viste, poi ho pensato di chiamare un amico di Mirandola… Chissà mai fosse in città, ed infatti c’era e per lo stesso motivo legato al corteo, per cui poco dopo ci siamo incontrati ed abbiamo passato il pomeriggio assieme. Poco prima della partenza, nuvoloni si sono addensati ed hanno deciso di piangerci un po’ addosso, con il risultato di rinfrescarci dopo l’afa. Terminata la breve pioggia, un vento fresco che ha accompagnato tutta la manifestazione, si è alzato, rendendo la festosa marcia, decisamente piacevole. Molta gente, molta partecipazione della cittadinanza, tutto molto tranquillo e rilassato ed un magnifico ritmo coinvolgente determinato dal folto gruppo di percussionisti Laboratorio, professionisti, insieme ad allievi di valore dei corsi, che hanno costituito la vera colonna sonora del corteo e ne hanno stimolato l’entusiasmo… Applauditissimi, hanno, ovviamente, fatto molti “bis”.

Da via dei Mille, a Via Indipendenza, e sino alle torri. Molti ragazzi, ragazze, bellissimi animali, magnifici orsi ed una drag queen bellissima ed elegantissima, con abito rainbow, decisamente sontuoso parrucca magnifica, trucco perfetto, simpatica e bella… Anche più di Monica Bellucci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(29 giugno 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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