L’Arte vista da Emilio Campanella: le magiche pagine di “Mindful Hands”

Altra Cultura

Condividi

venezia-mindful-handsdi Emilio Campanella

 

 

 

 

 

 

 

Presentata ed inaugurata il 16 settembre, si potrà visitare sino all’8 gennaio prossimo, negli spazi dell’ex Convitto dell’Isola di S.Giorgio a Venezia, la mostra Mindful hands, capolavori miniati della Fondazione Giorgio Cini. Siccome esporre volumi antichi ed in questo caso, quasi esclusivamente pagine o frammenti di gioielli decorativi, risulta sempre una difficile sfida, i curatori (Federica Toniolo, Massimo Medica, Alessandro Martoni), si sono affidati allo Studio Michele De Lucchi, ed a Factum Arte, i quali hanno concepito un allestimento ed un percorso espositivo ineccepibili per eleganza formale e precisione luministica. Si possono vedere circa centoventi delle duecentotrentotto miniature di epoche medioevale e rinascimentale, che Vittorio Cini acquistò dalla Libreria Antiquaria Hoepli di Milano, fra il 1939 ed il 1940, e donate alla Fondazione nel 1962. Si possono ammirare anche alcuni importanti codici miniati della medesima provenienza. E certo, fa una certa impressione il contrasto fra volumi pressoché intatti e le “povere pagine perse” e pietosamente raccolte dopo essere state violentemente strappate dai preziosi libri cui appartenevano.  Fossero solo pagine sontuose e fantasiosamente decorate, ma sono anche capilettera ritagliati ed ulteriormente avulsi dal loro contesto originario, amorosamente ed accuratamente raccolti e composti, qui nelle elegantissime, semplici cornici in legno naturale e sottovetro, per la gioia di chi, miope come me, può guardarle anche da molto vicino.

Quella dei libri violentati e fatti a pezzi per venderne le sole pagine decorate è stata una pratica molto in voga fra ottocento e novecento, allo scopo di smerciare più facilmente preziosità nascoste nei volumi, e che ha devastato biblioteche del mondo intero, la stessa tecnica commerciale che faceva decapitare antichi bronzi orientali… Ma sappiamo tutti benissimo come, ancora, continuino ad accadere queste cose, per cui maggiormente colpisce una delle tre “star”della mostra: l’Antifonario denominato Q di proprietà della Basilica Benedettina di S.Giorgio Maggiore, prestato in occasione dell’esposizione, ed affiancato ad una pagina staccata della Collezione Cini, in antico, facente parte del grande volume. Un ricongiungimento emozionante. Al primo piano, sale “didattiche” sulle tecniche della miniatura, ed anche invenzioni e reinvenzioni di meraviglie librarie, come l‘Offiziolo di Carlo VIII di Francia, fatto realizzare da Lodovico il Moro per fargliene dono, un piccolo ( 6X3 cm.) preziosissimo Libro d’Ore. Lungo una parete, si susseguono, ingrandite, tutte le pagine decorate, ed accanto ad ognuna la copia 1:1 del volume originale, esposto di fronte aperto e con la sua minuscola custodia; poco lontano un tavolino, una seggiola, ed una copia perfettamente riprodotta dello stesso piccolo libro, che si può toccare e sfogliare. La terza meraviglia è costituita dal Martirologio della Confraternita dei Batutti Neri di Ferrara, in un contesto di installazione visiva e sonora, con riproduzione molto ingrandite di immagini di martirio, contenute nel volume. Non bisogna dimenticarne che lo scopo era quello di accompagnare i condannati a morte.

Due volumi sono stati pubblicati da Silvana Arte, in margine all’esposizione: Le miniature della Fondazione Giorgio Cini, Pagine, ritagli, manoscritti, ed I capolavori miniati della Fondazione Giorgio Cini, guida breve alla mostra. L’occasione espositiva ed editoriale congiunta è ghiotta per studiosi, appassionati ed occasionali fruitori.

 

 

 

 

(19 settembre 2016)

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

 

 

 

Pubblicità