L’Arte vista da Emilio Campanella: Pier Maria Pennacchi

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P.M.Pennacchi,di Emilio Campanella

 

 

 

 

 

 

Possiamo un po’ intitolare così questa bella sorpresa riservata dalla Professoressa Paola Marini, Direttrice delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, sabato 12 novembre: la presentazione del restauro di un’opera di Pier Maria Pennacchi, pittore trevigiano che operò fra la seconda metà del XV secolo e la prima metà del XVI, e del quale è documentato, purtroppo, molto poco. Questa attribuzione dopo il laborioso ed avventuroso recupero, aggiunge un numero importante al suo scarno catalogo. Di collezione privata (da Palazzo Giustinian Recanati alle Zattere) esposto alla mostra mantovana dedicata ad Andrea Mantegna del 1961, si presentava come un trittico, e sotto il trono della Vergine esibisce un cartiglio tardo, probabilmente settecentesco che lo dichiara come autografo mantegnesco. Aggiunta spuria, presumibilmente, per ragioni di mercato. Varie attribuzioni nel corso dei decenni, fino a questo ultimo studio pubblicato da ZeL Edizioni: Pier Maria Pennacchi, Un capolavoro restituito dal restauro, di Roberta Battaglia.

L’interesse della ricerca, come della ricognizione che ha portato al recupero e rivoluzionato l’interpretazione dell’opera smontata e ricomposta con la Vergine in trono al centro, ma più in alto, in confronto alle due figure di santi: S.Lucia alla sua destra e S.Giovanni Battista alla sinistra, sta nel fatto che separando le tre figure e ripulendo accuratamente gli sfondi, forse oscurati deliberatamente per non far notare le altre due che risultano frammentarie, si giunge al numero di cinque, oltre il donatore in primo piano, ai piedi del trono. Una ricostruzione possibile farebbe supporre una “sacra conversazione” con la presenza, forse, di quattro santi in un grande ambiente architettonico. Che cosa sia accaduto alla supposta grande pala d’altare, non è dato sapere, ma si può sperare che prima o poi, inaspettatamente, possa comparire qualche frammento, chissà da quale sperduta collezione, che possa dare delle risposte a tutti questi affascinanti interrogativi. Per ora possiamo godere di una piccola esposizione preziosissima, in una saletta adiacente alla sala III delle Gallerie, nella quale l’opera è stata posta nelle sue tre parti, come accennato e con le altezze e le posizioni spaziali che possono far idealmente corrispondere le figure ritrovate. Di fronte: Madonna con il Bambino fra i Santi Giovanni Battista e Andrea, in prestito dai Musei Civici di Treviso, in cui si possono riscontrare puntuali rispondenza stilistiche dell’opera al centro della manifestazione.

La pubblicazione accuratissima e di appassionante lettura propone ampi esempi e raffronti stilistici relativi alle influenze assorbite da Pennacchi, tanto per la maniera come per le tematiche.

 

 

 

 

 

(14 novembre 2016)

 

 

 

 

 

 

 

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