L’Arte vista da Emilio Campanella: Vicentini a Trento

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di Emilio Campanella

 

 

Fino al 5 novembre, a Trento, al Castello del Buonconsiglio: Ordine e Bizzarria, il Rinascimento di Marcello Fogolino; sino al 6 novembre al bellissimo Museo Diocesano Tridentino della stessa città: Viaggi e incontri di un artista dimenticato. Il Rinascimento di Francesco Verla.

Due rare occasioni di poter raffrontare il lavoro di due artisti coevi, viaggiatori entrambi, per quanto per motivi molto differenti, sperimentatori di nuove forme acquisite da altri maestri, che sensibilizzarono i contemporanei a stili nuovi per la regione, portando con le ventate di novità, anche una maggiore apertura della pittura locale nei confronti di quella del centro Italia, ad esempio, ed al considerarne la modernità.

La mostra al Castello del Buonconsiglio è curata, non a caso, da Giovanni Carlo Federico Villa, direttore onorario dei Musei Civici di Vicenza, insieme con Laura Del Pra’, direttore del Castello del Buonconsiglio, e da Marina Botteri, che ne è la conservatrice. Friulano di nascita, figlio di un pittore di buon livello, Marcello Fogolino fu mandato a Vicenza a bottega da Bartolomeo Montagna; successivamente visse e lavorò a Venezia, quindi rientrò a Vicenza nel 1518. A causa dell’accusa dell’omicidio di un barbiere commesso, pare, con il fratello, per questo ed altri motivi, quali la difficoltà di nuove commissioni, data la situazione, si trovò a Trento dove s’iniziava la grande avventura della costruzione del Magno Palazzo nel Castello, cui parteciparono artisti e maestranze di altissimo livello. Qui Fogolino lavorò fra il 1528 ed il 1533 lasciando importantissime testimonianze nei magnifici cicli di affreschi che in occasione di questa esposizione, si possono vedere accanto ad opere pittoriche di non facile fruizione, grazie a prestiti determinanti come la Madonna col bambino e santi, dal Rijksmuseum di Amsterdam, mai esposta in Italia, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dalla Pinacoteca Nazionale di Siena, dalla Pinacoteca di Palazzo Chiericati a Vicenza. Consiglio caldamente, magari a percorso ultimato, il ponderoso, completissimo catalogo, vera amplissima monografia su un pittore di grande interesse, da scoprire per il suo lavoro, il suo stile, le sue influenze, per la sua vicenda umana molto accidentata (non solo considerato assassino, ma anche delatore e spia). Il volume, quinto della collana Castello in mostra, e dal prezzo importante giustificato dalla mole, è denso di saggi illuminanti, di curatori e studiosi, e ricco di magnifiche illustrazioni cromaticamente molto fedeli. La pubblicazione è sotto l’egida della Provincia autonoma di Trento, il Castello del Buonconsiglio, Monumenti e collezioni provinciali.



Altro discorso merita Francesco Verla, pittore veramente un po’ riscoperto; personalità’ poliedrica, gran viaggiatore, grande sperimentatore; se Fogolino lavorò ad Ascoli Piceno, il nostro fu lungamente nel centro Italia, a Roma; a contatto diretto con Perugino, ne acquisì certe morbidezze stilistiche che portò al nord “contagiandone” il gusto, con quelle innovazioni. La “piccola” mostra curata da Domizio Cattoi ed Aldo Galli, è immersa nel magnifico Museo Diocesano Tridentino, primo museo diocesano italiano dei 218 esistenti attualmente, e che negli anni settanta erano solo trenta. La mostra nasce da una collaborazione con l’Università di Trento. Verla fu a Roma negli anni del Papa Borgia e nel momento del lavoro di Pinturicchio e della scoperta della neroniana Domus Aurea; fu anche fra coloro che “importarono” al nord le “grottesche” che divennero una vera e propria moda nella decorazione a fresco. ma anche presenti nei fregi delle pale d’altare, frequenti nelle architetture delle ambientazioni delle scene sacre, soprattutto, ma non solo.

Molto accurato il catalogo edito dallo stesso museo.





(26 luglio 2017)

 

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