Teodoro Wolf Ferrari, dal buio ad una nuova luce. A Conegliano, fino al 24 giugno

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di Giorgia Trinelli #Arte twitter@gaiaitaliacomlo #Treviso

 

 

Dove inserire la figura artistica e controversa di Teodoro Wolf Ferrari, paesaggista veneziano che sfugge alle classificazioni e alle categorie di scuola, in bilico tra le derivazioni del paesaggio ottocentesco veneziano e le nuove correnti avanguardistiche di inizio Novecento? Probabilmente all’interno del suo desiderio di sperimentare, di vivere artisticamente le novità, la ricerca, il mettersi in gioco oltre i limiti del proprio io.

Frequenta l’Accademia veneziana di Belle Arti, poi quella di Monaco. E’ quest’ultimo ambiente che coinvolge la sua pittura nel simbolismo nordico e misterioso, onirico e tenebroso, dove riesce a sviluppare, come altri artisti, senso e carattere spirituale. Intorno al 1908 dà vita ad un gruppo di opere cupe, notturne, dove il paesaggio sembra sospeso tra la materia e l’atmosfera, chiuso e protetto, ovattato nel silenzio, nell’inqiuetudine. Il paesaggio è solo approssimativamente naturale, su di esso si ha la sensazione che incombano entità minacciose e sconosciute.

Le composizioni si sviluppano verso l’alto, compaiono cipressi altissimi (che accompagneranno lungamente l’artista) e conferiscono all’opera il senso della verticalità. Colori caldi o freddi con netto contrasto tra chiaro e scuro, zone scurissime si aprono a finestre di luce, dove il bianco esprime tutta la sua personalità. Nel 1910 la modernità della scuola bretone conferiscono una scala colori differente.

Il buio, le angosce nei paesaggi vengono sostituite da una nuova luce. Rimangono le opere dallo sviluppo verticale, rimangono i cipressi, rimangono i riflessi poetici dei paesaggi sull’acqua ma tutto ha una dimensione cromatica più chiara, la luce è importante quasi quanto il soggetto e, con esso, dona  nuova luce e nuova dimensione alle opere. Vi si scorge un certo giapponismo, assai diffuso in realtà.

La scelta del punto di vista dal basso verso l’alto, le ombre, i riflessi. E una nuova calma, una tranquillità ritrovata affina e soddisfa la sostanza più intima della ricerca verso una  creatività moderna. Artista poco conosciuto, ahinoi penalizzato nel contesto europeo e non solo, imprigionato in un contesto provinciale che lo ha reso sconosciuto ai più. Un buon modo per conoscerlo, fino al 24 giugno a Conegliano in provincia di Treviso.

 

Teodoro Wolf Ferrari. “La modernità del paesaggio”

Conegliano (Treviso), Palazzo Sarcinelli, Catalogo Marsilio

Fino al 24 giugno, orario 9,00-18,00,  venerdi e domenica 10,00-19,00. Chiuso il lunedi.

www.mostrawolfferrari.it

 

 





(25 maggio 2018)

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