di E.T. #MareNostrum twitter@gaiaitaliacom #Lettipervoi
La prima lettura mi ha portato via 85 minuti, letto d’un fiato come si dice. La seconda lettura è ricominciata subito. “Mare Nostrum” di Diego Romeo per i tipi di Ensemble è uno di quei romanzi di rara, rarissima umanità che mentre lo leggi ti prende a sberle e poi ti abbraccia per consolarti, come farebbe un padre affettuoso. Quando hai la fortuna di averlo.
Storia di riscatti dal mare e di leggi infami di politici viscidi che giocano la loro carriera pro tempore sulla pelle dei poveracci, trattata in punta di penna senza colpo ferire, è scritta assai bene; “Mare Nostrum” non è la storia triste della nostra barbarie: è un romanzo di straordinaria potenza. La potenza della verità, scritta con l’umanità di chi sa che tutto ha fine e che il qui e ora è ciò che determina il domani e dove. Senza pietismi il libro affronta temi delicatissimi e si prende persino la briga di giocare con una storia d’amore in nuce che non si svelerà mai, giocando con l’apparizione e la sparizione di personaggi e sentimenti che sono importantissimi nella storia, ma anche no. Come nella vita.
Sul pavimento c’era come un’unica pozzanghera di fluidi corporei di vario genere e, anche se ero protetta dalla mascherina e dal mentolo, l’odore si sentiva comunque molto forte. Il marinaio mi indicò un angolo della grande stanza dove intravidi una giovane donna, a terra tra i liquami, che si lamentava e si contorceva parecchio. (…) Accanto a lei c’erano ancora due cadaveri, che aspettavano di essere portati via dalla polizia scientifica. Era una situazione infernale, a raccontarla nessuno ci avrebbe mai creduto. Purtroppo, però, la realtà spesso è più atroce della fantasia e tutto quello che stavo vivendo in quel momento era più che vero”.
Giovanna è il medico volontario protagonista della storia: una donna fortissima, determinata, ma incasinata che si troverà a dirigere operazioni che non crede di poter dirigere con quell’anarchia tipica di chi ha carattere e determinazione e non lo sa, insegna – che brutta parola, ma è così – che è la creatività dell’umanità a risolvere i problemi, non la burocrazia del quanti voti mi guadagno se mi tolgo dai piedi questi.
Diego Romeo scrive un romanzo dove tutto ciò che succede sta proprio lì dove succede. Ed è così potente il racconto da farci sentire gli odori, i sapori della commozione, della delusione, della rabbia, dell’impotenza, del fascismo dell’ignoranza, della rinascita dentro l’odio e dell’amore che salva la vita.
Leggetelo. E’ un libro che fa bene.
(15 giugno 2019)
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