di Giuseppe Enzo Sciarra, #Cultura
Qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio vocale di un mio caro amico cinefilo, il quale mi tiene sempre aggiornato su quelle che sono le ultime uscite cinematografiche sia riguardo le opere di fiction che i documentari – ammetto che soprattutto grazie a lui conosco molti film di paesi lontani dal mio sentire, roba di nicchia e super autoriale proveniente ad esempio dall’Iran o dal Burkina Faso, anche se la mia conoscenza si limita a pochi film di quei luoghi così lontani dal nostro modo di vivere.
Il messaggio era molto euforico (una prassi del mio amico quando vede cose belle essendo più che un appassionato della settima arte un fideista del cinema): “Ti ho pensato durante la visione di tutto il documentario Giuseppe! Devi vederlo! Si parla di occultismo e di un artista seguace di Alesteir Crowley”. Addirittura! Un documentario incentrato sull’occultismo. Interessante, ho pensato. “Ha che vedere con una pittrice australiana, Rosaleen Norton, una donna accusata dalla stampa e l’opinione pubblica di essere una strega. Secondo me un personaggio del genere sarebbe diventata amica tua se l’avessi conosciuta”. Così aveva concluso il mio amico, suscitandomi più di un sorriso.
Non mi meraviglio che abbia pensato una cosa del genere su di me, oltre a circondarmi spesso di persone eccentriche e “artistoidi” ho sempre subito il fascino di chi ha interessi seri per l’occultismo, vedendo questa come una scelta anticonformista ma anche come una forma di cultura, su cui ammetto di avere delle lacune, per quanto conosca alcuni nomi fondamentali del mondo occulto come il sopraccitato Crowley oppure Rudolf Steiner, il padre fondatore dell’antroposofia, anche se la cerchia delle mie conoscenze in quest’ambito si allarga a personaggi non propriamente noti solo come occultisti, penso al psicanalista austriaco Carl Gustav Jung e al suo magnifico (e esoterico) libro rosso o Federico Fellini, da molti ritenuto uno stregone della settima arte – i suoi film sono vere e proprie opere di magia, inoltre come non dimenticare la sua passione per le sedute spiritiche ben documentata nel suo film Giulietta degli spiriti. Il periodo di riferimento della strega di Kings Cross (quartiere malfamato di Sydney, nota zona a luci rosse) va a cavallo tra gli anni quaranta e sessanta. A quei tempi l’Australia era un paese molto proibizionista, repressivo, profondamente cristiano e reazionario, dunque poco propenso a voci fuori dal coro. Un personaggio come la Norton era pericoloso per quel tipo di clima essendo una donna indipendente che rifiutava il matrimonio e che viveva con il suo compagno poeta e bisessuale come lei una vita da bohemiènne. La cosiddetta strega di Kings Cross ebbe il coraggio di professare pubblicamente l’amore libero e di dichiararsi pagana e seguace del dio Pan ( la stregoneria era illegale nel paese e il reato venne abolito solo nel 1971).
Come se non bastasse le sue opere erano terribilmente oniriche e inquietanti, suscitando naturalmente accuse di satanismo e blasfemia per i soggetti rappresentati come ad esempio Lucifero o il dio Pan, confuso da molti dell’epoca con Satana: non c’è nulla di peggio dell’ignoranza che non sa nemmeno riconoscersi da sé.
La stampa australiana andò a nozze con un personaggio del genere cercando di metterla alla gogna seguendo pedissequamente i cosiddetti dettami della legge australiana, triviali garanti inquisitori del XX secolo, che susciterebbero oggi verso chiunque abbia un po’ di sale in zucca, ilarità e disprezzo.
Norton dopo aver affrontato con il suo compagno un processo con accuse infamanti ne uscì innocente ma pagò lo scotto di essere libera e di non asservire la dittatura del periodo con l’emarginazione sia artistica che sociale. Oggi riscopriamo la sua figura non abbastanza ricordata con un documentario su Prime della regista Sonia Bible, in cui entriamo in contatto attraverso le parole di storici dell’arte o di chi ha conosciuto Rosaleen Norton con una grande pittrice e poetessa del suo paese, capace attraverso le sue visioni mistiche per mezzo delle droghe di creare un mondo archetipico che riguarda tutti noi perché dimora in noi, coi suoi demoni e i suoi dei che non conoscono tramonto e non lo conosceranno mai.
Quali (e quanti) artisti oggi rischierebbero di essere emarginati dal sistema, pur di professare la loro arte e di viversi apertamente la loro sessualità sottraendosi alle false libertà della società capitalista? Nel mondo di oggi in cui la parola artista è abusata da nullità in cerca di autore, una Rosaleen Norton che rappresenta la quintessenza dell’artista è una mosca bianca più che mai.
(8 settembre 2021)
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