Forneris pubblica “Ritratto di fanciulla”: una spy-story che condanna i nazisti e ridona valore all’arte

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di Redazione Cultura

David Faure e le sue indagini sono di nuovo alla ribalta in “Ritratto di fanciulla”: il terzo thriller di Marco Forneris è ancora ispirato alla vita del consulente informatico, che ogni volta si trova a fronteggiare un nuovo nemico. In questo caso, i nemici sono i nazisti e neonazisti che ancora oggi operano sotto mentite spoglie per commerciare illegalmente capolavori dell’arte internazionale per sostentare gli ex gerarchi fuggiti in America Latina. Sono tanti e invisibili i collaboratori coinvolti e soltanto la sagacia e l’intuito di Faure gli permetteranno di smascherarli in operazioni delicate e ad alto rischio, che coinvolgeranno anche agenti del Mossad e sua moglie Jacqueline, ex servizi segreti della Cia. A dare il via a quest’operazione è stato un dipinto a carboncino e sanguigna che Sarah – la nipote di un amico in comune: Jonathan Finch, ex militare e giornalista – ha mostrato a David, chiedendogli di indagare sulla veridicità dell’opera e sulla misteriosa morte di suo nonno, che, appunto, era intento a stanare i nazisti superstiti, sino al decesso improvviso subito dopo la compravendita del ritratto. « In tutto, negli ultimi tre anni della sua vita Jonathan Finch aveva spedito non più di una dozzina di lettere ad Anastasia e a nessuna apparentemente aveva avuto risposta. Le prime erano molto generiche, descrivevano i viaggi nei principali paesi sudamericani, e in particolare si soffermavano su Argentina, Paraguay e Brasile. L’idea di andare a caccia di nazisti gli era venuta dopo il rapimento di Adolf Eichmann, l’uomo che per conto di Heydrich e Himmler era stato il principale organizzatore della Soluzione Finale ebraica. Eichmann era stato rapito nel maggio del 1960, in una via di Buenos Aires, da una squadra di agenti del Mossad che lo aveva poi caricato su un’auto, drogato e portato in un luogo segreto, in attesa del trasferimento in Israele per il processo e la successiva condanna a morte. » Una storia avvincente, scritta in modo scorrevole che trasmette emozioni contrastanti, coinvolgendo il lettore sino all’ultima pagina, incuriosito non solo dal capire l’origine del ritratto, ma anche dalla rivelazione della vita più intima del protagonista; infatti, Faure, farà i conti col proprio passato: raccontando gli anni trascorsi in Argentina con suo padre, ex partigiano, a sua volta desideroso di scovare i più noti criminali di guerra, tra i quali spiccava Vittorio Spadoni, ex agente dell’OVRA (Opera Vigilanza Repressione Antifascismo), ancora a piede libero. «Spadoni era, è, dell’OVRA, i servizi segreti di Mussolini. Il suo compito in Via Asti era quello di interrogare i politici, per estrarne il massimo delle informazioni. Lui era quello dalla faccia buona, poi lasciava a Serloreti, Brusasco, Fenoglio e alle altre carogne la parte sporca. Di recente però aveva allargato le competenze, lavorando in combutta con Alfred Lohse, e puntando a quelli fra gli arrestati che avevano mezzi sufficienti a pagarsi la libertà».

Per saperne di più https://www.facebook.com/marco.forneris.9 | https://www.instagram.com/fornerismarco/ | https://twitter.com/marco_forneris.

 

(24 marzo 2022)

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