“La ricreazione a distanza. Una manica di studenti alle prese con quei pezzi di insegnanti”, la nuova opera sulla scuola di Michele Canalini

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di Redazione Cultura

“La ricreazione a distanza. Una manica di studenti alle prese con quei pezzi di insegnanti” di Michele Canalini nasce come riflessione sulla professione dell’autore: egli è infatti un insegnante ed è quindi il più indicato per parlare di tematiche legate alla scuola odierna. Come era già avvenuto nella sua precedente opera, “L’insegnante di terracotta” (Mimesis, 2018), egli ha inserito anche un’indagine autobiografica che va a ripercorrere parti del suo passato; l’autore presenta inoltre un testo ibrido, in cui si mescola il genere narrativo del romanzo con la trattazione storiografica di stampo saggistico dell’evoluzione scolastica dal 1859 ai giorni nostri. Nel libro si offre una lucida riflessione sulla scuola di oggi, a volte anche cinica ma aderente alla realtà dei fatti: si parla quindi di bullismo, di precariato, delle conseguenze del coronavirus e delle difficoltà degli insegnanti a causa della cattiva gestione amministrativa e della limitazione derivante da programmi didattici ormai obsoleti. La commistione romanzo/saggio permette a Michele Canalini di coinvolgere con una storia accattivante e allo stesso tempo di informare e di porre attenzione su degli aspetti importanti che riguardano tutti noi, perché mai come oggi la scuola ha un compito educativo fondamentale per la crescita dei ragazzi. La parte romanzata dell’opera è narrata in prima persona in otto giornate: il protagonista è un insegnante alle corde, stanco del suo lavoro, che afferma di «aver contratto una malattia i cui sintomi avevano incominciato già a manifestarsi da qualche anno: la malinconia».

L’autore analizza la mancanza di motivazione del docente, che non si riesce più a orientare nel mondo degli alunni e li comprende sempre meno; assistiamo alle sue elucubrazioni mentali a ruota libera e alle sue bizzarre associazioni di idee, che si alternano a spietate riflessioni sul mondo di oggi, piene di nostalgia. Il protagonista è preda di paure e idiosincrasie, rivolte non solo verso gli studenti ma anche verso i suoi colleghi; allo stesso tempo, però, affiora l’attaccamento al suo ruolo e il suo bisogno di essere d’aiuto quando un ragazzo si trova in palese difficoltà. Noi lettori comprendiamo la fatica di quest’uomo, e tifiamo per lui; essere educatori oggi è un compito tanto importante quanto ingrato in cui, talvolta anche a proprie spese, ci si fa carico di troppi problemi e non si hanno purtroppo gli strumenti per risolverli. Eppure, al di là dei dubbi e delle frustrazioni, emerge ancora la vocazione di chi non può smettere di credere nel valore sociale della sua professione.

Il libro esce per i tipi di Kimerik Edizioni. E’ in vendita anche on-line.

 

(8 aprile 2022)

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