Diaspore resistenti: il protagonismo delle donne “consapevole e libero”

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L’attivismo di donne – nuove italiane, rifugiate e richiedenti asilo – protagonista delle rivendicazioni per i diritti fondamentali nei paesi di origine ma anche in quelli di  accoglienza: è quanto emerge dal progetto Diaspore Resistenti. Il convegno finale si è svolto alla sede della Casa Internazionale delle Donne il 13 dicembre 2023, con ospiti e relatrici delle Istituzioni Internazionali, del Parlamento italiano e di Associazioni che svolgono il loro lavoro nei paesi da cui provengono le Diaspore.

Il Progetto, svolto nell’arco del 2023 dalla Casa Internazionale delle Donne, in
collaborazione con Radio Bullets e Wilpf  Italia e finanziato dal Fondo 8X1000
dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, ha portato a confronto donne delle Diaspore dell’Afghanistan, dell’Iran, della Palestina e dell’Ucraina, lontane dai loro paesi a causa di guerre e di persecuzioni di genere nei loro paesi: “La guerra è la versione più drammatica del patriarcato, le cui prime vittime sono le donne”, ha detto nei saluti iniziali Maura Cossutta, presidente della Casa Internazionale delle Donne. “L’accoglienza delle Donne delle Diaspore deve realizzarsi come momento di confronto tra le femministe italiane e le vittime dei conflitti, delle persecuzioni, della lotta politica che vede le donne sempre sotto attacco”.

La Conferenza del Progetto Diaspore Resistenti si è svolta in due sessioni, seguendo la struttura del Progetto stesso: la prima è stata dedicata alla visione che le Donne migranti hanno dell’Italia, le loro difficoltà nella società italiana, i loro bisogni e i loro
desideri. Emerge dalle esperienze portate dalle donne protagoniste delle diaspore e
confluite in un documento condiviso con le istituzioni, un quadro nazionale in cui l’accoglienza delle Donne, costrette a scappare dai loro paesi, deve ancora migliorare, e
deve tenere presente la complessità: chi fugge dal proprio paese, lasciando affetti e una
vita intera, compie scelte drammatiche che necessitano di risposte da parte degli Stati.
Il lavoro “fatto dal Progetto pone questioni specifiche importanti rispetto ai problemi posti dalle stesse donne delle Diaspore, fornendo indicazioni precise anche per il Governo Italiano in materia di Esteri e nell’integrazione delle donne migranti, in un’ottica di superamento dei conflitti e per un contributo alla pace”, dice nel suo intervento Lia Quartapelle, vice presidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera. “Vogliamo farci interpreti delle istanze emerse dalle diaspore”.

L’obiettivo dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite, spiega Maryna Vyrvykhvost dell’OIM “è tra l’altro rafforzare le condizioni che favoriscano il nesso tra migrazione e sviluppo andando a valorizzare il ruolo dei e delle migranti nella crescita sociale, economica e culturale nei paesi di origine e residenza”. L’OIM riconosce “il ruolo cruciale che le organizzazioni diasporiche assumono all’interno di questo processo e tramite le sue attività va a rafforzarne l’impatto”.

“Soffiano venti di guerra. La situazione globale non è rosea e, anzi, abbiamo raggiunto il
record di 110 milioni di persone costrette a fuggire da guerre e persecuzioni. Anche in
Italia c’è stato un aumento di arrivi”, sottolinea Margherita Gabriele dell’UNHCR. “È
necessario lavorare per mettere in atto un’integrazione effettiva delle persone richiedenti asilo e rifugiate. E poi c’è la necessità di continuare a rispondere al fenomeno della violenza di genere che naturalmente colpisce anche le persone rifugiate”.

Le diaspore “sono state una fonte di informazione essenziale per tutto il sistema di
reporting delle Nazioni Unite”, sottolinea Maria Grazia Giammarinaro, magistrata e già
Relatrice Speciale sul traffico di esseri umani, in particolare donne, bambini e bambine,
delle Nazioni Unite. “Nel lavoro dei e delle Special Rapporteur il rapporto con le
diaspore è essenziale. Questo progetto ci dà l’immagine di un protagonismo, di donne
attive e attiviste, che popolano i paesi che le hanno accolte con consapevolezza e
libertà. Un’immagine che non viene però rispecchiata nel mainstream del discorso
internazionale sulle donne, dove la narrazione vittimistica è assolutamente ancora
prevalente”.

Il progetto “Diaspore resistenti” è anche un podcast in quattro puntate pubblicato sul sito di Radio Bullets e sulle principali piattaforme di podcast.

 

(14 dicembre 2023)

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